Bottiglie incendiarie esplose fuori dal carcere di Rebibbia

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“Le bottiglie incendiarie esplose la notte scorsa nel parcheggio fuori dal carcere di
Rebibbia (sezione femminile) che hanno provocato l’incendio di auto, episodio
inquietante che fa seguito alle bombe carta esplose sempre fuori allo stesso istituto
penitenziario romano il 14 luglio scorso, sono l’ennesimo segnale del clima di odio
contro il personale penitenziario che monta da settimane”. È quanto sostiene il
segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo che aggiunge: “vogliamo augurarci che
si tratti di eventi circoscritti a Roma, ma purtroppo non ci sembra sia così. La realtà è
che la visita alla casa circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere
(Caserta) del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro della Giustizia Marta
Cartabia oltre ad essere interpretata da settori consistenti di criminalità e di detenuti
come delegittimazione di uomini e donne in divisa, ha alimentato forti aspettative.
L’attesa spasmodica è per provvedimenti di scarcerazione sino a 6 anni ancora da
scontare che, come sostengono esperti giuridici, sono irrealizzabili con il risultato di
produrre ulteriore delusione e provocare tensioni negli istituti penitenziari che sarà
difficile prevenire. Senza valutare gli effetti su tutte le persone e le loro famiglie che
hanno subito vittime e fatti di grave criminalità.
L’attività della Commissione d’indagine DAP voluta dal Ministro Cartabia, formata da
persone di primo piano e di grande caratura, su quanto è accaduto nelle carceri con le
rivolte dei detenuti di marzo-aprile 2020, ha perciò un compito gravoso da assolvere.
Per noi – dice ancora Di Giacomo – sarebbe stato meglio insediare una Commissione
parlamentare di indagine. Comunque l’organismo ministeriale va sottratto a tentativi
di estendere il clima di delegittimazione del personale penitenziario scongiurando che
si occupi anche di quelle vicende che sono state oggetto di indagini delle Procure ed
archiviate da tempo. Ritornare ad occuparsene è un atto ostile contro magistrati che
hanno lavorato per mesi ed archiviato per l’assenza di prove e un atto ostile contro il
personale penitenziario.
Ci eravamo illusi – afferma il segretario del sindacato penitenziari – di aver trovato,
con il nuovo Governo, finalmente, dopo anni di promesse e impegni non mantenuti, i
riformatori del sistema penitenziario, ma a quanto pare dobbiamo ricrederci”.

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