Sono oltre 20mila gli ingegneri siciliani che si appellano ai parlamentari dell’Isola per avanzare le proposte di subemendamenti relativi al provvedimento AS 2505 “Decreto Sostegni Ter”, con riferimento ai bonus edilizi.
«Nell’interesse di tutta la categoria desideriamo rappresentare criticità e preoccupazioni che ci vedono coinvolti: la stretta, ingiustificata, che il Governo ha avanzato nei confronti dei professionisti, rischia di mettere a rischio il lavoro intrapreso nella direzione dell’efficientamento energetico e della sicurezza, in un territorio che oggi più che mai necessita di attenzione su questi due fronti», scrivono in una lettera i nove presidenti degli Ordini provinciali e il rappresentante della Consulta regionale: Achille Furioso (Agrigento), Fabio S. Corvo (Caltanissetta), Mauro Scaccianoce (Catania), Salvatore Milici (Enna), Santi Trovato (Messina), Vincenzo Di Dio (Palermo), Vincenzo Di Martino (Ragusa), Sebastiano Floridia (Siracusa), Giovanni Indelicato (Trapani), Elvira Restivo (presidente Consulta Ingegneri Sicilia).
«Il sistema economico, finalmente incentivato dai bonus edilizi, rischia nuovamente la paralisi, con l’aggravante di un indebitamento dovuto alla sovraesposizione iniziale di chi ha investito tempo e risorse per arrivare puntuale all’appuntamento con la “ripresa” della filiera delle costruzioni – continuano i firmatari della lettera indirizzata ai parlamentari siciliani – una situazione ulteriormente aggravata dalla guerra, dal rincaro dei materiali e dalla necessità di ridurre l’approvvigionamento di risorse energetiche esterne, con l’utilizzo di energie rinnovabili e il potenziamento dei sistemi di isolamento degli edifici».
Le richieste sono quelle elaborate dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) che, anche su impulso degli Ordini provinciali, si è messa al servizio delle forze politiche per fronteggiare il sistema fraudolento di cessione del credito e per mettere a punto azioni convergenti e comuni. «Chiediamo ai parlamentari eletti nel nostro territorio – continuano – di farsi portavoce delle istanze avanzate dalla categoria, per evitare il paventato blocco dei cantieri e ottenere la massima efficacia dagli strumenti normativi legati soprattutto al 110%, che coinvolgono imprese, operatori e cittadini».
Il primo subemendamento è finalizzato a mitigare l’ingiustificato inasprimento delle sanzioni a carico dei professionisti, che oggi rischiano fino a 5 anni di carcere. La previsione di una possibile elevatissima sanzione penale – prossima a quella, ad esempio, dell’omicidio stradale – riservata ai professionisti che svolgono attività di progettazione e asseverazione delle opere ricomprese nei cosiddetti Superbonus, costituisce un utilizzo improprio della sanzione penale, che dovrebbe riguardare fattispecie più significativamente lesive del pubblico interesse e del pubblico denaro. Il secondo emendamento prevede una modifica sul massimale assicurativo per l’attività di asseverazione, con l’obiettivo di non far saltare la copertura dei professionisti.
Altri due emendamenti, che sono oggetto di presentazione da parte della filiera delle costruzioni – in altro provvedimento in fase di definizione – sono relativi alla proroga al 28 febbraio 2023 e al 30 settembre 2022, rispettivamente dei tempi di scadenza dei bonus edilizi e dello stato di avanzamento lavori del 30%. Ciò perché l’incertezza scaturita dalla normativa sulla cessione dei crediti, che dallo scorso 27 gennaio 2022 si è determinata a seguito della formulazione originaria dell’articolo 28 del decreto-legge in esame, ha provocato un sostanziale blocco dell’operatività.