“Per ora siamo solo ad un passo avanti ad opera della Camera per la proposta di legge che
punta a “liberare” i bambini in cella con le madri detenute. Per noi che, come S.PP., ne
abbiamo fatto una “campagna di civiltà” l’impegno però non è certo concluso. Lo faremo
solo con l’approvazione definitiva della legge”. Così il segretario generale del Sindacato
Polizia Penitenziaria (S.PP.) Aldo Di Giacomo ricordando che “nel 2015 l’allora Ministro
Orlando, a seguito di nostre pressanti sollecitazioni, assunse l’impegno “solenne” di risolvere
la situazione per svuotare una volta per tutte gli Icam (Istituti a custodia attenuata per
detenute madri) di Milano, Torino e Venezia oltre a far uscire i bambini presenti in un
normale carcere. Sono passati 7 anni e si sono succeduti diversi ministri e per ora siamo
ancora al primo stadio dell’iter legislativo sul quale intendiamo svolgere un’attenta vigilanza
e un forte pressing sul Parlamento a fare presto. È anche questo il segnale del disinteresse
istituzionale e della politica per i veri problemi del sistema penitenziario italiano. L’S.PP.
continua a chiedere impegni concreti per migliorare le condizioni dei detenuti e di lavoro
del personale che non può certo sostituirsi a medici ed operatori sanitari. Ma le azioni
annunciate dalla Ministra Cartabia che da tempo ascolta solo i Garanti dei detenuti –
continua il segretario del Sindacato Penitenziari – vanno in tutt’altra direzione, quella
dell’apertura di celle e portoni ai detenuti. La vergogna dei bambini in cella con le madri
deve finire. Se non c’è alcuna sensibilità rispetto alla barbarie di tenere piccoli nelle carceri,
una gestione efficiente dei nostri penitenziari è semplicemente impensabile. E non possono
bastare sentenze periodiche della CEDU di condanna del Governo Italiano a rimuovere le
cause di responsabilità politica ed istituzionale”