“La morte per overdose del detenuto tunisino nel carcere di Padova è la conferma che nei
penitenziari circola troppa droga e che quasi il 40% dei detenuti (circa 15.500), una
percentuale doppia della media europea, è classificato tossicodipendente”. Ad affermarlo è
il segretario generale del S.PP. – Sindacato Polizia Penitenziaria – Aldo Di Giacomo per il
quale “dalle prime notizie di stampa che filtrano sulla morte del detenuto extracomunitario,
oltre al ritardo nell’allarme non causato dagli agenti, ma dai detenuti per coprire la presenza
di droga, l’organizzazione in cella di un festino a base di stupefacenti.
Non ci sorprende che in precedenti inchieste, sempre a Padova, è stata rinvenuta droga
liquida, contenuta in piccoli flaconi destinati ad alcuni reclusi, provenienti dalla Spagna o
dalla Romania, camuffati da acqua aromatica con tè verde. In qualche caso fogli di carta
formato A4 erano stati nebulizzati con sostanza stupefacente, poi tagliati in striscioline e
venduti al prezzo di 30 euro. Come provano i continui sequestri di droga nelle carceri del
Paese la diffusione e lo spaccio di stupefacenti è molto diffuso e per nasconderla si usano
tutti gli stratagemmi possibili, oltre all’impiego di droni per recapitare la droga.
Non si sottovaluti – continua Di Giacomo – che il 30% dei detenuti entra in carcere per
detenzione o piccolo spaccio. Precisamente 10.350 dei 36.539 ingressi in carcere nel 2021
sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell’art. 73 del Testo unico. Inoltre,
il 35% dei detenuti presenti nei nostri istituti di pena è dentro sempre per reati connessi alla
droga. In particolare, sui 54.134 detenuti in carcere al 31 dicembre 2021 si registra un
leggero calo dei presenti a causa del solo art. 73 del Testo unico (spaccio): sono 11.885. In
aumento quelli in associazione con l’art. 74 (associazione per traffico illecito di droghe)
5.971. Tutto questo mentre i tossicodipendenti sono aumentati in un anno di circa il 10%.
Sono numeri sufficienti a richiedere misure ed interventi anche sul piano terapeutico per
affrontare in tutti gli aspetti, a partire dal contrasto all’ingresso e allo spaccio, l’emergenza
droga in carcere”.