C’è passione, solidarietà ed amore dietro e dentro l’impeto anti-oicofobico. C’è voglia di conoscere, capire e condividere. Per suscitare emozioni antiche. Per far riemergere esperienze autentiche. Per coinvolgere al riconoscimento di se stessi, della propria storia e della propria identità. Per stimolare al senso di appartenenza. E per provocare al cambiamento. Anche e soprattutto attraverso lo stupore e la bellezza senza tempo dell’Arte.
È con questo spirito, che è anzi tutto artistico ma anche politico in senso lato, che Santiago Ydáñez, protagonista dell’evento internazionale Oicofobia, promosso dall’associazione europea Otto Torri sullo Jonio e partito lo scorso luglio con l’esposizione ospitata nel Concio Amarelli a Corigliano-Rossano, ha deciso di donare due delle sue dieci opere, realizzate con la sola liquirizia, anche ai due fra i tanti attori che con le loro facce lo hanno ispirato nella sua residenza creativa nella Calabria Straordinaria.
Ed è anche questo uno dei risultati meno scontati ed anzi forse il valore aggiunto dell’esperimento distintivo messo in piedi con l’Artista andaluso e con la preziosissima e geniale collaborazione, ancora una volta, di Maria Jesus Martinez Silvente, vice rettore aggiunto dell’Università spagnola di Malaga, partner insostituibile nelle provocazioni intellettuali ed artistiche di Otto Torri.
Mimì Aloe della stirpe dei Cafaredd (già castellani dell’antico e leggendario Ciglio della Torre), tra le facce più narrative del Centro Storico di Rossano, tra i più iconici collaboratori del sodalizio europeo che dall’inizio del 2022 continua a ricordare ed a festeggiare i suoi primi 25 anni di militanza nei territori, è diventato insieme a suo fratello Salvatore, una delle espressioni artistiche più catartiche della guerrilla culturale e spirituale contro l’Oicofobia dei calabresi. Grazie alla grande sensibilità di Santiago Ydáñez.
A consegnare nei giorni scorsi le due opere ai due fratelli Aloe, per espressa richiesta dell’Artista andaluso, nella storica sede dell’associazione nel centro storico bizantino è stato il direttore di Otto Torri Lenin Montesanto per il quale quest’ultimo gesto di Ydáñez che si aggiunge all’opera dedicata al Gambero Viola, al culmine della sua missione in Calabria, rafforza gli obiettivi più veri sottesi all’evento originale proposto quest’estate e consegna a questa terra – conclude Montesanto – un formidabile testimone di riappropriazione identitaria da esaltare e di cui continuare a fare tesoro.
Per la scelta dei volti e degli sguardi da cui trarre ispirazione per le creazioni dell’Artista di Jaen, uno dei più famosi pittori e scultori spagnoli contemporanei nel mondo, insieme alla Professoressa Martinez, Otto Torri aveva organizzato, nella storica Cantina Marinelli, un vero e proprio casting identitario: una simulazione artistica e laica, liberamente ispirata ai valori umani e religiosi della versione leonardesca de L’Ultima Cena, ancora una volta interpretata come intima provocazione rispetto alla versione più storicamente attendibile de L’Ultima Cena, vero e proprio marcatore identitario distintivo, conservata nella Tavola V del celeberrimo Codex Purpureus Rossanensis; la stessa ultima cena (la più antica miniatura sul tema della Storia) scelta da Ydáñez, protagonista questa estate dell’emozionante cerimonia dello sfoglio del Codex, co-organizzato insieme al Museo del Codex, alla presenza dell’Arcivescovo di Rossano-Cariati Monsignor Maurizio Aloise.
Oicofobia, evento sostenuto da Enel Italia Spa, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e con i patrocini, tra gli altri, della Regione Calabria, dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, del Ministero del Turismo e del Ministero delle Politiche Giovanili, si concluderà a fine ottobre con la presentazione del Catalogo ufficiale, alla presenza del Governatore Occhiuto e del Presidente della Giunta regionale spagnola dell’Andalusia Juan Manuel Moreno Bonilla.