Privilegiare oggi direttrici di studio e di formazione diverse o lontane dai contenuti, dalle dinamiche e dalle prospettive socio-economiche dello sviluppo agricolo regionale in chiave globale e delle sue innovazioni, delle produzioni agro-alimentari, così come della trasformazione e della commercializzazione delle filiere territoriali, della ristorazione e dei turismi di qualità e di tutto ciò che connette indissolubilmente questi temi alla ricettività, all’accoglienza, all’educazione ed alla sovranità alimentare, equivale ad offrire alle nuove generazioni la patente per continuare ad andarsene dalla Calabria.
È stato, questo, il filo conduttore nella straordinaria mattinata di educazione civica e di richiamo al valore sociale, culturale ed economico del ritorno manageriale e professionale alla terra di cui si è reso ancora una volta protagonista l’Istituto d’Istruzione Superiore Majorana di Corigliano-Rossano.
All’importante polo di formazione alberghiera, agraria ed industriale, invitati dal Dirigente Saverio Madera, stamani (sabato 15 aprile) era presente un intero spaccato della società: insieme alla grande comunita scolastica del terzo istituto calabrese per complessità hanno portato il loro contributo le istituzioni pubbliche locali, provinciali e regionali, il mondo delle imprese e della Chiesa, le associazioni dei produttori e le aziende operanti nel settore delle mense scolastiche, tecnici ed esperti, rappresentanti della politica a tutti i livelli, dalla Regione Calabria al Parlamento.
L’ultima e bella novità in ordine di tempo, tra le numerose intervenute in pochi mesi nel percorso di stravolgimento, innovazione e promozione dell’offerta didattica e professionale del Majorana, è stata l’inaugurazione, all’interno dell’azienda agricola dell’Istituto in contrada Frasso nell’area urbana di Rossano, delle nuove serre idroponiche; finanziate con fondi Pon e realizzate – è stato spiegato – laddove solo fino a poco tempo fa giacevano, ereditate da decenni di abbandono ed incuria, strutture e luoghi impraticabili perché infestate da natura e detriti, mai utilizzate, in totale stato di degrado: una vera e propria offesa alla dignità ed al senso della formazione ed al decoro degli spazi pubblici e di quello che la Scuola dovrebbe rappresentare, significare e promuovere.
Ad anticipare ed a riempire di stimoli, suggestioni, provocazioni e nuovi orizzonti questa nuova pagina di civiltà promossa dal Majorana, ancora una volta aperta a condivisa con tutti gli attori territoriali, è stato l’interessante momento di confronto ospitato nell’Auditorium dell’Istituto, in Via Mazzei.
Diversi e qualificati gli interventi, coordinati dal comunicatore e lobbista Lenin Montesanto che ha sottolineato a più riprese il vero e proprio processo di rottura epistemologica, sulla percezione stessa della formazione professionale agraria e alberghiera, di cui si sta rendendo interprete il nuovo corso impresso dal dirigente Madera; che è in linea – ha detto – con i contenuti, i metodi e gli obiettivi strategici ribaditi in tutte le occasioni anche dal Governo Nazionale, in particolare dal Ministero per la Sovranità Alimentare e da ultimo dalla stessa Presidente Meloni al Vinitaly 2023.
Per Adele Olivo, consigliere comunale e assessore provinciale di Cosenza, alla quale è stato chiesto di tagliare simbolicamente il nastro delle nuove serre nella sua qualità di presidente del consiglio di quell’Istituto insieme all’Arcivescovo di Rossano-Cariati Mons. Maurizio Aloise, l’impegno messa in campo dalla nuova dirigenza ha dello straordinario alle nostre latitudini: rappresenta un modello di riferimento ed un punto di non ritorno. L’assessore alla pubblica istruzione di Corigliano-Rossano, Alessia Alboresi, ha sottolineato la qualità dell’azione formativa e di sensibilizzazione portata avanti dal Majorana, in particolare la ribadita connessione tra l’agricoltura 4.0 e lo sviluppo economico del territorio.
Agli interventi di Francesco Cufari, già presidente dell’ordine degli agronomi e forestali, di Francesco Mari responsabile della Mari Serre, società incaricata della realizzazione delle nuove infrastrutture e di Antonello Fonsi, presidente di Coldiretti Rossano che ha sottolineato la determinazione al cambiamento di tutto il Majorana sempre a sostegno di tutte le mobilitazioni per la difesa del Made in Italy agroalimentare, da ultimo quella contro la cosiddetta carne sintetica, è seguito il contributo di Natalino Gallo, presidente dell’Organizzazione di Produttori (OP) Agricor.
La vera sfida – ha detto – alla quale risponde e deve rispondere l’offerta formativa del Majorana è quella economica di una terra in cui le grandi aziende non riescono purtroppo a trovare in loco tutte quelle professionalità dell’agricoltura innovativa di cui necessita la rete imprenditoriale regionale. Senza esperti e competenze formate in questi istituti – ha scandito – noi non riusciamo ad andare avanti ed a produttore. Ci servono tecnici, servono all’agricoltura così come servono alla ricettività ed al turismo di qualità. Investire su altre formazioni – ha sottolineato – significa consegnare ai nostri giovani la patente per andarsene dalla loro terra. Non c’è altra via d’uscita.
Tra gli interventi dal pubblico anche quello di Mario Vescio, responsabile della Scamar, società affidataria del servizio di mensa scolastica anche per la Città di Corigliano-Rossano che nell’esprimere condivisione ed apprezzamento per la qualità e la direzione dei messaggi argomentati nel vivace confronto a più voci, ha colto l’occasione per annunciare che, nel quadro delle diverse novità in termini di filiera corta introdotte ad hoc nei menù primaverili ed estivi servizi nelle scuole cittadine, la mensa di Corigliano-Rossano è la prima in Calabria ad aver introdotto nei propri ingredienti anche il pecorino crotonese Dop biologico di un’azienda del territorio. Perché – ha scandito – non possiamo educare i nostri figli ad essere consumatori esclusivi del Nord Italia da cui ancora proviene, purtroppo, la maggior parte dei prodotti ed ingredienti proposti nei capitolati d’appalto per le mense meridionali e calabresi. È un’eredità ed fotografia della realtà che possiamo ed abbiamo il dovere morale, sociale, culturale ed economico di invertire.
Definendo l’offerta didattica ed innovativa del Majorana un vero e proprio attrattore di tutta la Piana di Sibari e ritornando ad auspicare l’ubicazione a Corigliano-Rossano di una Facoltà Universitaria di Scienze Agrarie la consigliera regionale Pasqualina Straface ha ringraziato la comunità scolastica, docenti e soprattutto studenti, per essere i co-protagonisti di questa nuova e bella stagione di riconnessione con i territori e con il valore aggiunto dell’identità agroalimentare, nel solco delle priorità e dei contenuti ribaditi anche dal Governo Nazionale per la rinnovata tutela del Made in Italy, dall’agricoltura al turismo, dalla difesa alla biodiversità alla valorizzazione dell’enogastronomia.
Per il Senatore Rapani, il Majorana con il suo dirigente (una vera e propria macchina da guerra) ha anticipato nei mesi scorsi un trend, ovvero quell’attenzione strategica alla formazione professionale nei settori dell’agricoltura, della ricettività alberghiera e del turismo divenuto oggi uno dei punti in agenda del Governo Meloni. Nel richiamare la necessità di alzare il livello di attenzione sulla sicurezza sul lavoro, anche e soprattutto in agricoltura, Rapani ha ribadito la massima disponibilità a sostenere tutte le prossime iniziative dell’Istituto nella direzione, condivisa, dello sviluppo eco-sostenibile.
Innovazione. Cooperazione. Formazione. Promozione. Per l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo che ha concluso la serie di interventi sono, queste, le parole chiave e le sfide sulle quali deve essere sempre più impegnata la Calabria, a partire dal governo delle consapevolezze che – ha sottolineato – resta il vero campo competitivo sul quale possiamo e dobbiamo recuperare tempo, gap e prospettive. Più delle infrastrutture, che certo ci servono, dobbiamo saper investire su un bene immateriale, quello della consapevolezza del valore economico e di sviluppo del nostro patrimonio identitario, agricolo ed agroalimentare. Con due priorità – ha concluso Gallo – che le classi dirigenti hanno oggi più che mail il dovere di trasferire alle nuove generazioni: ambire alla qualità ed alla trasformazione di qualità; avere la possibilità di scegliere, se partire o restare.
Al termine del dibattito, il taglio del nastro, la benedizione dell’Arcivescovo e la consegna al territorio delle nuove serre idroponiche, spiegate dal direttore dell’azienda agricola del Majorana Francesco Filippelli. Suddivise in due parti, una prevede coltura fuori suolo su substrato (con dei panetti) arricchito di nutrienti (ora si coltivano pomodori, melanzane, peperoni, alcune ornamentali come la gerbera e basilico). Nell’altra invece la coltura avviene senza substrato, direttamente con acqua e nutrienti (ora si coltivano insalata e fragola). Si tratta – ha concluso Filippelli – di un impianto molto innovativo, a basso consumo energetico, economico ed a basso impatto ambientale, controllato da due centraline che fanno partire la soluzione nutritiva (che non viene dispersa ma riciclata a circuito chiuso) e l’irrigazione e che, attraverso dei sensori, controllano umidità e temperatura.