Quando nei menù delle feste i protagonisti restano l’identità, l’autenticità e la tradizione, i risultati si contano. Anzi non si contano più. Come nel caso dell’esperienza gastronomica promossa per il Lunedì dell’Angelo dall’Azienda Fonsi. A Pasquetta è tutto esaurito. Restano ancora pochissimi posti disponibili per Pasqua (domenica 31 marzo).
Musica dal vivo, spazi all’aria aperta, ricette della memoria e possibilità di visitare gli allevamenti, con le mucche, i maialini neri, le caprette e le pecore. È probabilmente questo il segreto del successo di adesioni alla proposta dell’esperienza imprenditoriale e familiare che produce Pecorino Crotonese Dop. Un metodo ed un successo, quello che mette consapevolmente al centro della proposta esperienziale di accoglienza turistica locale, la valorizzazione e la condivisione del patrimonio identitario di questa terra e che i Fonsi auspicano possa essere replicato e condiviso da tutti. Perché funziona.
Perché a tavola bisogna emozionare. L’antipasto è uguale sia per il pranzo della Domenica di Pasqua che del Lunedì dell’Angelo. Saranno portati una degustazione di latticini vaccini, pecorino dop crotonese, caprini; salumi di produzione propria di suino nero; la frittatona ed il tortino di patata IGP della Sila; Pepi e Patate IGP della Sila; pizza rustica con cicoli di suino nero; frascatula con broccoli, caciocavallo e salsiccia di suino nero. Sono due i primi previsti per Pasqua: le lasagne alla paludese ed il risotto con pancetta di suino nero e zucchine. Come secondo l’azienda Fonsi propone il capretto di rustica di Calabria al forno e arrosto di suino nero con contorno di patate al forno IGP della Sila e insalata verde.
E POI C’È LA COLOMBA AL PECORINO CROTONESE DOP E ‘NDUJA. Dopo il gelato, è, questo, il nuovo esperimento gastronomico realizzato da MT Massimiliano Tagliaferro, Dolciere in Corigliano-Rossano per l’Azienda Fonsi che con la sua declinazione salata del dolce tipico delle feste ha voluto rendere omaggio a quello che può essere considerato il formaggio identitario e distintivo principe della tradizione casearia della nostra terra.