L’utilizzo prima improprio ed oggi apertamente illegale di quella che dovrebbe essere la comunicazione istituzionale da parte del Comune di Corigliano-Rossano piegata ai fini della campagna elettorale di Flavio Stasi candidato a sindaco e della sua coalizione, già denunciato pubblicamente nei giorni scorsi, rappresenta un fatto di una gravità inaudita del quale stiamo investendo, attraverso strumenti e canali preposti, tutte le autorità competenti.
In maniera subdola, da settimane ormai, si sta sovrapponendo di fatto la fonte e la provenienza istituzionale delle informazioni trasmesse dal candidato sindaco attraverso i propri canali social privati, con reel e video-clip, a quella che invece dovrebbe essere la comunicazione politica ed elettorale che non può essere minimamente equivocata con quella, appunto, dell’istituzione pubblica, soprattutto nella vigenza delle norme per la campagna elettorale.
Quello che, infatti, si sta determinando e che la legge giustamente vuole impedire è che si confonda la valenza oggettiva dell’azione amministrativa con l’auto-attribuzione di meriti.
Non siamo noi a dirlo, ma leggi dello Stato, che il Comune di Corigliano-Rossano e il candidato Flavio Stasi stanno palesemente violando.
L’articolo 9 della legge N.28 del 2000 stabilisce, infatti, che a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto, è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni.
Tradotto ed in pratica: ci si dovrebbe limitare a comunicazioni di servizio per segnalare disservizi, interruzioni di strade e cose simili. I nomi dei rappresentanti istituzionali, ancor più se candidati come nel caso di Stasi, devono essere banditi.
Gli abusi sono repressi e sanzionati sul piano amministrativo dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ed in certi casi, che stiamo valutando in concreto con le ultime sortite sui social del candidato Stasi che illustra interventi amministrativi attribuendosene i meriti politici, non è esclusa neppure la configurazione del reato di peculato, con applicazione orientata dalla natura dei nuovi beni immateriali, quelli informatici, nella disponibilità delle istituzioni pubbliche ed illecitamente sottratti.
Per la stessa Corte Costituzionale, le cui pronunce dovrebbero produrre effetti anche per Stasi e per la sua amministrazione comunale, quel divieto previsto dalle leggi di svolgere attività di comunicazione (ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni) è finalizzato ad evitare il rischio che si possa fornire una rappresentazione suggestiva, ai fini elettorali, dell’amministrazione e dei suoi organi titolari.
In altre parole, quella che viene tutelata dalle norme apertamente violate da Stasi è la libera esplicazione del gioco democratico, la garanzia delle pari opportunità per i contendenti, l’inesistenza di posizioni dominanti che possono derivare dalla detenzione ed esplicazione del potere.
Così come, sempre secondo la Corte Costituzionale e sempre nel periodo elettorale, ci si deve astenere dal presenziare a manifestazioni pubbliche come l’inaugurazione di opere, per la suggestione che inducono.
Tutte prescrizioni sistematicamente violate da Stasi, sia negli anni passati, trasformando di fatto la comunicazione istituzionale dell’ente, che andava fatta attraverso strumenti e canali pubblici destinati anzi tutti ai media per garantire trasparenza e parità nella disseminazione delle notizie comunali, nella sua comunicazione personale e privata su account e pagine social non istituzionali e quindi non accessibili a tutti; sia soprattutto oggi in campagna elettorale con la continua pubblicazione sulle sue pagine private di informazioni istituzionali su opere e interventi che andrebbero comunicate dall’ufficio stampa ed in modo impersonale, che invece quest’ufficio pare non comunichi.
Rinnoviamo quindi le stesse domande fatte nei giorni scorsi ed ai quali il sindaco uscente e candidato non risponde.
Qual è il canale ufficiale attraverso il quale l’Amministrazione Comunale comunica su Facebook? Quello del Comune di Corigliano-Rossano oppure la pagina privata ufficiale (Flavio.Stasi.Sindaco) che forse volutamente induce in equivoco ed in errore tutti i cittadini?
Qual è la differenza tra i comunicati stampa istituzionali e quelli con i quali Flavio Stasi non sta facendo altro che la sua campagna elettorale per le prossime Amministrative? Dove si trovano le informazioni istituzionali? Sulla pagina del Comune o sulla pagina privata di Flavio Stasi?
Ma soprattutto chi gestisce la comunicazione elettorale? Se non è l’ufficio stampa, perché non consentito, possiamo sapere quale è l’eventuale fornitore privato visto che non siamo un piccolo comune ma la terza Città della Calabria?
La cosa ancora più grave, lo ribadiamo, per la quale si richiede l’intervento urgente del Prefetto e delle autorità competenti, è il collegamento che dal sito istituzione dell’Ente, nella sezione dedicata al Sindaco https://www.comunecoriglianorossano.eu/, rimanda con tanto di link alla pagina social, privata, di Flavio Stasi con la quale il candidato continua a confondere la cittadinanza, i contenuti istituzionali con quelli politico-elettorali.
Perché inquinando e turbando il regolare svolgimento della competizione, abusando della sua posizione, Stasi e la sua coalizione sono qualificabili come veri e propri ladri di democrazia.