Premio Sila ’49, Viola Ardone vince la dodicesima edizione, sezione Letteratura, con “Grande Meraviglia” (Einaudi editore). La giuria: “chi pensa che la leggerezza sia un tono condannato alla superficie resterà stupito da questo romanzo”. Il Premio alla Carriera va alla poetessa Vivian Lamarque e quello della sezione Economia e Società ad Andrea Rinaldo. Ecco tutte le date della cerimonia conclusiva
La giuria ha deciso. È Viola Ardone con il libro “Grande Meraviglia” (Einaudi editore) ad aggiudicarsi la dodicesima edizione del Premio Sila ’49 sezione Letteratura. Il romanzo affronta il problema dei manicomi, chiusi nel 1978 dalla Legge Basaglia, normativa molto all’avanguardia che, però, ancora oggi rimane disattesa nelle sue delicate e profonde intenzioni.
La motivazione: “Negli anni 60 e 70, l’urto prodotto dalla follia e dal suo contenimento ha rimbombato con grande potenza nel nostro Paese. Richiamare la figura di Franco Basaglia è, a questo proposito, scontato, ma doveroso. Viola Ardone entra in questo orizzonte con una dote tanto preziosa quanto rara, quella della leggerezza. La leggerezza con cui poggia lo sguardo sul giovane psichiatra Fausto Meraviglia e sulla giovanissima Elba, ospite del manicomio di Napoli. E ancora, la leggerezza con cui racconta il diventare adulto di Meraviglia e il crescere di Elba.
Grande meraviglia è una sorta di doppio romanzo di formazione, in cui le vite dei due protagonisti si intrecciano e si urtano. E chi pensa che la leggerezza sia un tono condannato alla superficie resterà stupito da questo romanzo che si offre ai lettori come una costruzione a strati, dove chi legge può scendere e scavare a seconda del proprio estro e delle proprie forze”