A Taranto Fsp con Molteni

0
27

A Taranto Convegno Fsp: “Quest’anno autorizzate 1.500 manifestazioni in più dello scorso. Dissentire è un diritto ma in un perimetro di legalità, operatori in divisa veri garanti della libertà di manifestare vanno tutelati”
Ordine pubblico servizio fondamentale, ma ad altissima tensione e ad altissimo pericolo, laddove la maggior parte delle occasioni pubbliche sono avvelenate dagli “odiatori di professione” come il sottosegretario al ministero dell’Interno, Nicola Molteni, intervenendo al convegno organizzato da Fsp Polizia in tema di “Ordine e sicurezza pubblica”, ha definito i criminali che così tanto spesso trasformano in pura esibizione di violenza le manifestazioni.
Ordine pubblico vero baluardo delle libertà dei cittadini, del diritto di manifestare, di dissentire, di protestare, ma chi lo svolge, oggi, sa ancor prima di scendere in strada che si dovrà aspettare di tutto, e che troppo spesso faticherà a difendersi dagli attacchi, anche perché spesso l’operatore in divisa viene delegittimato, criminalizzato se qualcosa va storto.
Questi i dati emersi con forza al Convegno che si è svolto oggi presso la Questura di Taranto, organizzato dalla Segreteria provinciale Fsp Polizia di Stato, durante il quale si sono alternati come relatori il sottosegretario Molteni, appunto, e poi l’onorevole Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia alla Camera; Giovanni Maiorano, componente della Commissione Difesa; Fabio Abis, direttore del Servizio Reparti speciali della Polizia; Fabrizio Lotti, Segretario generale aggiunto Fsp con delega all’Ordine pubblico; e il Segretario generale Fsp, Valter Mazzetti. A dar loro la parola la moderatrice, la giornalista Elena Ricci, dopo i saluti del Segretario provinciale Fsp Taranto, Rocco Caliandro, del prefetto, Paola Dessì, del neo questore, Michele Davide Sinigaglia.
“Bisogna partire dal dato che questo è un Governo che tutela il diritto a manifestare, dissentire, protestare – ha esordito Molteni -. Quest’anno sono state autorizzate circa 9.500 manifestazioni rispetto alle circa 8.000 dell’anno scorso nello stesso periodo, questo vuol dire che il diritto a dissentire è ampiamente tutelato. Ma il diritto a manifestare deve attuarsi in un perimetro di legalità: le manifestazioni devono essere autorizzate, preavvisate, e devono essere rispettate le prescrizioni delle questure: ‘sì’ al diritto di manifestare, ma ‘no’ alla trasformazione di sedicenti manifestazioni in atti di violenza e di guerriglia urbana come quelle che abbiamo visto sabato a Roma o stanotte ai cantieri Tav. E bisogna sottolineare la grande professionalità e l’equilibrio delle Forze di Polizia nel fare ordine pubblico, che è una cosa complicata e complessa, e per il quale non basta una buona pianificazione perché bisogna poi gestire le manifestazioni nei fatti. Il pacchetto sicurezza che abbiamo approvato alla Camera, e che mi auguro venga approvato presto al Senato, va in questa direzione: tutelare il diritto a manifestare ma nel rispetto delle regole, perché se si manifesta rispettandole non si verifica alcun problema. Ma se le manifestazioni diventano lo strumento per aggredire, minacciare, prendere a sassate gli operatori delle Forze dell’ordine questo è inaccettabile; loro difendono la libertà e garantiscono i diritti in questo paese e quindi vanno tutelati. Gli odiatori seriali, gli odiatori di professione che trasformano le manifestazioni libere e democratiche in atti di violenza non sono accettati, e il pacchetto sicurezza è uno strumento normativo fondamentale anche a tutela degli operatori”.
Parole perfettamente “in linea” con quelle espresse poi anche dal Segretario generale Fsp, Mazzetti, e non a caso Molteni ha sottolineato come le norme del pacchetto sicurezza contengano molti spunti tratti proprio dalla Proposta di legge che Fsp ha presentato ufficialmente mesi fa, alla presenza del sottosegretario.
“Quello della sicurezza degli operatori è sempre un tema di drammatica attualità” ha ricordato Mazzetti facendo esplicito riferimento, a conferma delle sue parole, ai “64 feriti che in soli due giorni si sono registrati in Italia fra i colleghi in divisa”, e ricordando il numero vertiginoso dei feriti fra le forze dell’ordine registrati ogni anno – quasi uno ogni 3 ore e mezza per un totale di ben oltre 2.500 -. “Questo tema mostra una vera emergenza che è tale con tutti i governi – ha sottolineato il Segretario generale -, ecco perché non ci stancheremo mai di ripetere quanto quell’infrastruttura immateriale che è il sistema sicurezza nulla ha a che vedere con la dialettica politica, ma deve vedere tutti uniti nell’interesse dei cittadini, e a sostegno di chi quella sicurezza e quella libertà le garantisce con la propria pelle. Invece siamo ancora qui a stigmatizzare il clima di odio in cui sono costretti a lavorare tutti gli operatori, e anche una sottile quanto subdola minaccia che si muove sotto traccia quando si vuole insinuare il dubbio che l’operatore in divisa voglia fare qualcosa di male piuttosto che il proprio dovere. Una triste realtà, ecco perché è stata necessaria una battaglia sindacale per ottenere le body cam, che rappresentano per noi anzitutto uno strumento di tutela visto che siamo gli unici nei confronti dei quali vige la presunzione di colpevolezza. Ecco, confrontarsi con tutto questo è davvero pesante per il poliziotto che opera con il peso di un doppio timore: da una parte sapere che facilmente potrà incontrare chi non ha alcun interesse a manifestare alcunchè perché l’unica cosa che veramente lo muove è il desiderio di fare male, di fare danni, di creare pericolo, misto purtroppo a un grande senso di impunità sempre più diffuso, e corroborato dal fatto che chi viola la legge durante i servizi di ordine pubblico paga fin troppo poco e fin troppo di rado. Dall’altra parte, poi, sapere di dover contare più che altro sulla buona sorte se e quando la situazione dovesse degenerare in atti di violenza, perché vedere un poliziotto preso a sputi, pietrate e sprangate in Italia è diventato quasi normale, e la maggior parte della politica si ricorda di intervenire solo per criticare l’uso degli sfollagente a volte necessari per far rispettare le prescrizioni dell’autorità”.

Articolo precedenteGruppo Tesmec fornisce innovativo sistema diagnostico per le Ferrovie Federali Svizzere
Prossimo articoloFondazione Premio Sila, resoconto

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here