WGSN, leader mondiale nel servizio di intelligenza creativa, pubblica oggi il Japan Fashion Report. Questo studio offre una visione a 360° sul commercio e sui progetti di design giapponesi, mettendo in luce le questioni chiave che il mercato affronterà nei prossimi anni. Il report si basa su un’esaustiva ricerca dei clienti giapponesi di WGSN unita a proprie analisi di tendenza e di business.
M-commerce
Il Giappone è effettivamente il paese più all’avanguardia nell’innovazione tecnologica. Gli acquisti fatti su Internet tramite cellulare (m-commerce), hanno toccato i ¥258 miliardi (€1.99 miliardi) nel 2006, quando la maggior parte degli utenti americani e europei non potevano nemmeno accedere alla rete tramite cellulare. Oggi i giganti del commercio online giapponesi possono raggiungere fino a un quarto del volume delle vendite tramite cellulare. Circa la metà delle donne single di Tokyo accedono alla rete tramite cellulare più di cinque volte a settimana, con un picco tra le 13 e le 15, riflettendo lo stato lavorativo part-time di molti giovani giapponesi.
Sandra Halliday, direttrice di redazione di WGSN per le analisi di business a autrice di questo report, commenta: “Gli acquisiti di moda tramite cellulare sono un grandissimo business in Giappone, specialmente tra le giovani donne. L’abitudine di fare acquisti online tramite cellulare può essere diversa dall’ acquisto attraverso il computer: le giovani donne spesso provano i loro capi nei negozi, ma piuttosto che acquistarli subito si ritagliano del tempo durante lo shopping per ordinare tramite cellulare, evitando così di portarsi i capi a casa e usufruendo di promozioni ottengono dall’acquisto in rete.”
L’innovazione del commercio al dettaglio sarà essenziale nei prossimi anni per seguire questa tendenza. La combinazione di shopping in negozio e online, che spesso si sovrappongono, offre molte opportunità per i venditori. I siti di shopping più popolari sono dinamici e stanno trasformando il commercio al dettaglio giapponese. Portali come ZoZo Town, che sono focalizzati sui contenuti e che creano nuovi canali di acquisto virtuale, stanno cambiando il mondo dello shopping; le riviste di moda si stanno muovendo verso spazi online, così come le aziende tradizionali che pubblicano cataloghi; anche le vendite in televisione stanno acquisendo molta importanza.
Nuove strategie nello shopping
I venditori devono innovarsi per sopravvivere al declino delle vendite del commercio al dettaglio che hanno colpito il settore della moda in modo sproporzionato. Anche il cambiamento di abitudini di shopping delle giovani generazioni giapponesi indica che un nuovo modo di pensare è necessario. Mentre la fast fashion è ben stabile nel mercato, l’arrivo di catene internazionali come H&M e Zara sta mettendo più enfasi sui prezzi e sull’offerta di tendenza. Per sopravvivere i venditori giapponesi devono concentrarsi meno sul loro mercato e sviluppare maggiori strategie internazionali, come ha fatto Uniqlo, il più grande caso di successo nell’industria giapponese.
I grandi magazzini hanno già perso la loro posizione di dominio in favore di catene/negozi più specializzati. La passione per importanti marchi firmati diminuisce e i giovani consumatori preferiscono una moda di tendenza più pratica ed economica. La ricerca di WGSN mostra che il 44% dei venditori al dettaglio giapponesi e il 58% dei marchi giapponesi considerano la costruzione dell’immagine del loro marchio la più grande sfida personale; un quarto la vede anche come la più grande opportunità. Le private label giocheranno un ruolo importante nello sviluppo del commercio al dettaglio nel 2009/10 dal momento che perfino i negozi esclusivi adottano questa modalità per migliorare i margini di profitto sulle linee basic. WGSN si aspetta che sia i giganti tradizionali nella moda sia i venditori al dettaglio si adattino ulteriormente e che nel 2020 la scena del commercio al dettaglio sarà molto diversa rispetto ad oggi.
I giovani designer
Mentre la vendita nel settore moda giapponese è ricca di potenzialità, i suoi giovani e indipendenti designer falliscono nel mantenere le loro promesse. “La vibrante cultura del Giappone e l’incentivo alla creatività significa che la creazione di un proprio brand è l’aspirazione per molti neolaureati in moda” – commenta la Hallyday. “Ma i finanziamenti sono difficili da ottenere e i giovani marchi lottano per attirare gli investimenti e raggiungere i finanziatori che supportano le giovani case europee e americane. Le pressioni finanziarie fanno sì che un lavoro sicuro in uno studio di design o in un’azienda di marca o all’ingrosso sta diventando una scelta popolare nonostante le frustrazioni creative. Senza eventi di moda riconosciuti internazionalmente e con venditori focalizzati sullo sviluppo di propri marchi, la situazione per i giovani designer difficilmente migliorerà”.