La vera storia dei Cavalieri di Santo Stefano

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Portoferraio – Elba isola dei Cavalieri di Santo Stefano. Parte da un convegno dei Lions una proposta che parte da concetti storici ben chiari, quelli di un progetto che a suo tempo aveva tracciato Cosimo de’ Medici che aveva costituito l’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Luigi Maroni, noto appassionato di storia ed archeologia, durante un convegno Lions ha tracciato una sintesi del quadro e del contesto storico in cui sorse ed operò l’Ordine. Mauro Ascani, giornalista, operatore nel settore internazionale dell’economia turistica, oggetto di vari riconoscimenti fra i quali quello di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, ha esordito nella sua relazione citando proprio le origini dell’Ordine che fu fondato per volere di Cosimo Iº de’ Medici a similitudine di quello già esistente dei Cavalieri di Malta. Esso doveva avere base proprio nella città di Cosmopoli (Portoferraio) in quello che oggi è noto come Centro De Laugier, ma per motivi di contrasto con lo Stato dei Presidi, fu dislocato a Pisa dove tutt’oggi nella centrale piazza dei Cavalieri ha sede nell’omonimo palazzo. Tuttavia nell’arsenale del capoluogo elbano, l’attuale mercato coperto, vennero costruite molte delle grosse galere, dette galeazze, che i Cavalieri usavano per difendere le coste dalle incursioni piratesche degli Ottomani e dei Magredini se non addirittura per andarli a scovare nei loro rifugi. Sono numerosi gli eventi storici e l’evoluzione tecnica, che vide le navi, nate come galere, trasformarsi in galeazze ed infine in galeoni mossi solo dalla forza eolica, riferiti puntualmente da Ascani. Essi segnarono l’intensa attività marittima militare dei Cavalieri di Santo Stefano dal 1561, anno della fondazione, sino alla metà del diciottesimo secolo, quando, disarmata definitivamente la flotta, i santostefaniani divennero un ordine onorifico; le testimonianze di quest’epopea sono oggi custodite a Pisa nei locali della sede dove, fra numerosi cimeli figurano una settantina di bandiere, una delle quali lunga ben 8 metri, sottratte alle navi ottomane e magredine catturate o affondate in combattimento.
 A conclusione della relazione il presidente Ascani ha fatto notare la curiosità del fatto che quella che in origine doveva essere all’Elba la sede dell’Ordine prese proprio nome dall’ultimo dei cavalieri di Santo Stefano presente sull’Isola: per l’appunto il De Laugier.
 Di certo non sarà possibile trasferire a Portoferraio la sede dei Santostefaniani, troppi i motivi tecnici e logistici che impedirebbero tale scelta però si pensa a dar luogo sul posto ad opere di comunicazione e di promozione sull’argomento che sicuramente desterebbero interesse e richiamo fra i residenti e gli ospiti della nostra isola.
 Sono seguiti numerosi gli interventi dalla platea fra i quali quelli di Umberto Gentini, storico, ex direttore della locale Apt, e Giuseppe Battaglini, profondo conoscitore della storia elbana ed autore di noti testi e saggi sulla materia. L’incontro si è concluso con il tradizionale scambio di guidoncini fra i presidenti Antonini ed Ascani.

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