Oltre 4 milioni di Tia non pagata

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Un contenzioso da diverse centinaia di migliaia di euro che ormai va avanti da mesi. Da un lato il cantiere navale Esaom. Dall’altro l’Esa, l’Elbana servizi ambientali, che chiede all’azienda il pagamento di non pochi arretrati sulla tassa per i rifiuti. La cifra esatta non è nota. Quello che si sa – e lo conferma anche il portavoce del cantiere, Claudio Vanni – è che se Esaom dovesse pagare il dovuto tutto insieme andrebbe fallita. Un esempio? Solo per il 2009 il cantiere ha ricevuto una cartella esattoriale per la Tia di 150mila euro «che si aggiungono – spiega Vanni – ai 50mila euro che spendiamo annualmente per lo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti. Cifre elevate: se dovessimo pagarle tutte insieme potremmo anche chiudere il cantiere».
Ma qual’è il problema all’origine del contenzioso? A quanto pare si tratta di una questione di calcolo delle superfici considerate “produttive” e dunque soggette al pagamento della Tia. In base ad un accordo siglato a metà degli anni’90 l’Esaom aveva trovato una mediazione con il Comune. Poi però le cose sono cambiate e l’Esa – che conferma l’esistenza di un contenzioso ma non rilascia commenti in merito – ha cominciato a chiedere al cantiere gli arretrati. Dal 2001 a oggi.
«Abbiamo aperto un tavolo di trattative con l’azienda dei rifiuti – spiega Vanni – e siamo fiduciosi che la questione si possa risolvere positivamente, anche attraverso una modifica del regolamento sulla Tia».
Il ruolo del mediatore, nella contesa, ce l’ha il Comune che proprio ad Esa ha chiesto di intensificare il recupero dei crediti nei confronti di imprese e cittadini inadempienti per calmierare gli aumenti della Tia dovuti a un maggior costo per lo smaltimento dei rifiuti.
In proposito l’ammontare esatto dei crediti vantati dall’azienda sfiora i 2milioni di euro solo nel 2009. Iscritti in bilancio, per il 2010, ce ne sono ben 4milioni e 165mila di cui 483mila derivanti da contenziosi (il resto riguarda cartelle esattoriali scadute). Solo due mesi fa Esa ha inviato per posta qualcosa come 959 solleciti di pagamento per un totale di 800mila euro. Di per sé anche solo l’invio di solleciti rappresenta un costo aggiuntivo.
I contenziosi in atto, peraltro, non riguardano solo Esaom ma anche alcuni campeggi e strutture ricettive del territorio oltre che amministrazioni comunali e singoli cittadini.

Valentina Landucci, da “Il Tirreno”, 22 dicem. 2009

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