Isola d’Elba – Silenzio, si gira. Il primo ciak di “Gente di Mare, l’Isola”, la fiction televisiva della Rai sulla Guardia costiera di 13 puntate da cento minuti l’una, è previsto per domani mattina a Villa Ottone. Poi si andrà avanti per mesi.
Il taglio del nastro della produzione che impegnerà la troupe per otto mesi, la maggior parte dei quali da girare all’Elba, è previsto nei saloni interni dell’edificio che oggi ospita l’hotel Ottone, con le sue tipiche stanze ottocentesche, gli affreschi, i soffitti a volta e la caratteristica rampa delle scale. Interno ma anche qualche ripresa prevista all’esterno, nel parco e sulla costa che si affaccia sul golfo di Portoferraio.
La produzione prevede la sosta a Villa Ottone e ai Magazzini almeno fino a dopo Pasqua. Ciò significa che saranno girati molti episodi che interessano queste località. Dove si sposterà il gruppo per le altre riprese? Tutto sarà determinato dalle condizioni del tempo e come sarà l’inizio della primavera sull’Isola. È stato infatti pensato di girare le scene all’interno di Villa Ottone proprio a causa delle condizioni climatiche che non sono buone per la prossima settimana. Resta comunque il fatto che il primo ciak di “Gente di Mare 3: l’Isola”, questo il nuovo titolo della serie televisiva, avrà per sfondo e come luogo di ambientazione Magazzini e Schiopparello: sono queste due località elbane a offrire il palcoscenico ideale per la fiction sulla Guardia Costiera Italiana.
La produzione Rai (stanziati 13 milioni di euro per la messa in onda delle puntate che saranno trasmesse in prima sera su RaiUno), dopo aver registrato alcune puntate in Tunisia, ha preferito orientarsi sull’arciupelago toscano, abbandonando anche le coste ioniche della Calabria. Altri luoghi dell’Elba scelti per le risprese esterne sono Marciana Marina, la Torre della Linguella, il centro storico di Portoferraio, Capoliveri e anche Pianosa, Capraia, Gorgona e Montecristo.
Sono il regista del film in 13 serate per RaiUno che voi avete chiamato erroneamente ‘Gente di mare 3’ anzichè ‘l’Isola’ suo vero titolo. Vi ringrazio se vorrete tenerne conto nelle prossime cronache. Mille grazie, Alberto Negrin