Cagliari - Chiusi a chiave e per lungo tempo in una stanza buia, 3 e 4 anni, senza acqua e cibo, la stanza piena di escrementi. Li hanno trovati così i carabinieri, sporchi e in condizioni sanitarie gravi. Arrestata la madre carceriera, dopo pedinamenti e indagini. La donna aveva già scontato alcuni anni in carcere per aver ucciso il suo convivente ed aver occultato il suo cadavere. Attualmente la donna trascorreva le sue giornate a chattare, a collegarsi con Facebook e a mandare messaggi. Fissava "appuntamenti" in cambio di denaro. A vari clienti inviava sue foto non troppo vestita. Erano quelle le sue fonti di sostentamento. Ai carabinieri ha detto di essere una "pierre". Ci hanno messo mezz’ora i carabinieri del nucleo investigativo di Cagliari a far uscire dalla stanza i bambini, sette anni in due. Vivevano segregati al buio nella loro camera da letto. Uscivano soltanto per il pranzo e, quando c’era, per la cena. Alle pareti, tante impronte di manine colorate: il colore era la «popò» che i bambini, ormai fuori tempo massimo, facevano ancora nel pannolino. Toglierselo e giocarci alla fine era l’unica cosa che potevano fare nelle lunghe giornate di solitudine. I bambini erano luridi. Avevano il ciuccio e il panno zuppo. Puzzavano. Le lenzuola di un colore indefinito, l’unico giocattolo, un pupazzo senza il quale il bambino non dormiva, era lercio. L’armadio vuoto. Alle pareti le impronte delle manine. La finestra era chiusa, solo una fessura lasciava entrare una lama di luce e un po’ d’aria. da "La nuova Sardegna.net"