Roberto Soldà, “massima chiarezza per Stefano Cucchi”

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Roma - "Una brutta pagina della nostra storia. Bisogna punire queste
orribili nefandezze commesse da chi dovrebbe ufficialmente servire lo Stato e quindi
vanno individuate le responsabilità, per dare giustizia e dignità a tutte quelle
persone che hanno subito delle gravi ingiustizie come questa".
Questo il commento di Roberto Soldà, vicepresidente del movimento Italia dei
Diritti, in riferimento al rinvio a giudizio per i sei medici dell'ospedale Pertini
dove Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre scorso, è deceduto sei giorni dopo di
reclusione, picchiato e disidratato, con varie fratture al corpo provocate da
maltrattamenti e lesioni. Per loro l'accusa è di omissioni e negligenze sotto il
profilo della colpa professionale e l'abbandono di incapace.  Inoltre la Procura ha
disposto il rinvio a giudizio anche per le tre guardie carcerarie imputate di aver
malmenato il giovane trentunenne provocandogli le ferite che lo hanno portato prima
nel reparto ospedaliero, poi al decesso. La posizione degli agenti carcerari
potrebbe alleviarsi a seguito delle perizie dei medici legali delegati dalla
Procura. Infatti secondo fonti non confermate l'accusa di omicidio
preterintenzionale sembra cadere per far posto a quella delle lesioni gravi.
"Episodi come questo - conclude Soldà - ledono e offendono il decoro del nostro
Paese".

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