Bufera sui condoni a Roma, indagati assessori Corsini e Morassut

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 "Una vicenda che evidenzia un malcostume diffuso nella Seconda
Repubblica e l'esistenza di una questione morale fondamentale". Questo il commento a
caldo di Giuliano Girlando, viceresponsabile per Roma dell'Italia dei Diritti, circa
la notizia di un avviso di garanzia pervenuto all'assessore all'Urbanistica del
Comune di Roma Marco Corsini, al suo predecessore Roberto Morassut e ai vertici
della Gemma spa, società che gestisce per conto dell'ente le operazioni riguardanti
concessioni edilizie in sanatoria per abusi. Concorso in corruzione per atto
contrario ai doveri di ufficio e concussione, i reati contestati dalla procura di
Roma a Corsini, mentre solo per il primo è indagato l'ex assessore Morassut. I due
avrebbero contrattato con il presidente e l'amministratore delegato della Gemma,
l'assunzione di personale segnalato, in cambio di una rinegoziazione degli obiettivi
trimestrali e dell'aumento del corrispettivo d'appalto oltre il limite legale. Per
questo secondo scopo Corsini avrebbe costretto, minacciandolo di rimuoverlo
dall'incarico, il direttore dell'Uce (Ufficio condono edilizio) Paolo Cafaggi, ad
autorizzare il pagamento alla società di tre milioni di euro e a firmare lo stato di
avanzamento dei lavori senza che fossero stati raggiunti gli obiettivi del contratto
d'appalto. Per l'esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro "non c'è
alcuna strumentalizzazione politica e nessun accanimento da parte della
magistratura. Attendiamo l'esito delle indagini, lasciando lavorare serenamente i
magistrati, ma è evidente - conclude Girlando - che la classe dirigente accetta il
connubio con imprenditori e uomini d'affari". 
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