Fiano (Torino) – Endocrinologi, radiologi ed oculisti a confronto per la prima volta sulle novità
relative al trattamento della orbitopatia tiroidea, un disturbo che causa
alterazioni importanti nell’orbita oculare. Il convegno “Oftalmopatia Basedowiana”,
che si svolgerà sabato 29 maggio, vuole puntare i riflettori su una
delle conseguenze più frequenti, ma anche poco conosciute, delle alterazioni a
carico della funzionalità della tiroide, in particolare del morbo di Graves.
«Il problema colpisce soprattutto le giovani donne che, in pochi mesi, possono
ritrovarsi con gli “occhi in fuori” – afferma Francesco Bernardini, chirurgo
oculoplastico organizzatore dell’evento insieme a Renata Migliardi, oculista di
Torino, ed Ezio Ghigo, direttore della cattedra di endocrinologia delle Molinette
di Torino -. Si tratta di alterazioni importanti che compromettono in modo
significativo l’estetica, e che possono intaccare anche la vista e le funzioni
oculari. A soffrirne sono soprattutto le persone con una familiarità per le
malattie della tiroide e le conseguenze sull’occhio sono più gravi nei fumatori, e
sembrano essere anche dose-dipendente; più sigarette si fumano e più è grave la
manifestazione oculare».Quasi sempre le pazienti affette richiedono un trattamento
per la riabilitazione estetica, cioè hanno il desiderio di ritornare come prima
della malattia e ciò non è quasi mai raggiungibile con farmaci, steroide o altro.
Nel convegno si parlerà di importanti novità riguardanti il trattamento
dell’orbitopatia tiroidea, che consentono di risolvere il problema in modo mini
invasivo e senza complicazioni.
I dati. Un italiano ogni 10 soffre di problemi alla tiroide, con un’incidenza più
elevata tra le quarantenni. L’orbitopatia tiroidea colpisce colpita una donna ogni 6
mila, in età compresa tra i 35 e i 60 anni. I dati, che si riferiscono agli Stati
Uniti, sono simili alla situazione italiana, dove non esistono ancora statistiche
ufficiali. Secondo uno studio condotto dal Dipartimento di Oftalmologia della Mayo
Clinic di Rochester nel Minnesota nel 1995 e pubblicato sull’American Journal of
Ophthalmology, ci sono 16 nuovi casi ogni 100mila abitanti all’anno per quanto
riguarda le donne, mentre la percentuale si abbassa a tre nuovi casi ogni 100mila
abitanti l’anno per i maschi con un rischio 85% maggiore per le femmine. Nelle donne
il picco d’età di incidenza è tra i 40 e i 44 anni e tra i 60-64 anni, mentre per
gli uomini dai 45 ai 49 e dai 65 ai 69.
Silvia Perfetti