Il Tar della Toscana annulla il ricorso che era stato presentato dal comune di Portoferraio ed Esa, perché fosse ripristinato l’usa del Buraccio, dove confluisco i resti della differenziata raccolti nei singoli comuni isolani. Ebbene il tribunale amministrativo ha dato ragione al comune di Porto Azzurro, riconoscendo la legittimità del comportamento. Cioè a dire la giunta Papi ha fatto bene a chiudere i cancelli di acceso all’impianto di compostaggio in base alle motivazione apportate dagli stessi amministratori. Un punto, dunque, a favore di Papi e company in una complicata vertenze che ha tutta l’aria di ingarbugliarsi ancora di più. Perché non è finita qui. Sembrerebbe che l’Esa non effettui più la raccolta differenziata nel paese di Porto Azzurro e nelle frazioni in esso comprese. Ma no solo. Parrebbe che i cittadini che vogliono confluire nel centro attrezzato della Casaccia materiale da riciclo (tipo frigoriferi, computer, televisori e altre materiale del genere) non siano accolti,ma rispediti al mittente. “Ho le prove – dice senza mezzi termini il sindaco Papi – appena i tecnici capiscono di aver a che fare con persone che provengono dal m comune, le rimandano a casa con la coda fra le gambe! E questo non è bello. Naturalmente la situazione così non va”. Insomma, siamo davvero arrivati ai ferri corti e tutto lascia presupporre che sia solo l’inizio di un lungo braccio di ferro fra i due contendenti: da una parte il comune di Porto Azzurro che continua a ripetere di volere i soldi che gli spettano dai comuni(le ormai famose “royalies”) per l’utilizzo della “fabbrica dei rifiuti” sul suo territorio, dall’altro l’Esa (e dietro il comune di Portoferraio, come capofila elle municipalità isolane) che invece insiste nel dire che è il comune di Porto Azzurro ad essere insolvente delle spettanze dovute. “Noi andiamo avanti per la nostra strada – continua ancora il primo cittadino di Porto Azzurro – avendo la convinzione che stiamo operando bene”. Si sente confortato dalla recente sentenza emessa dal Tar il sindaco Papi. E’ certo, che il verdetto depone a suo favore. Cosa faranno a questo punto Esa e comune di Portoferraio? Manderanno giù la pillola amara senza presentare altri provvedimenti amministrativi. “Semmai chieda a me cosa farò – risponde Papi – degli altri poco interessa. Il passo successivo è di raccogliere la documentazione in merito al mancato servizio espletato da Esa (il rifiuti di prendere la differenziata del comune di Porto Azzurro),quindi adiremo alle vie legali –conclude – sempre operando tenendo presente quali sono i bisogni della comunità che noi amministriamo”. In conclusione, la via del ricorso alle carte bollate è appena iniziato.