Milano – Tra i nomi di colossi industriali quali Alcatel, Pirelli, Binda e istituzioni come il Comune di Torino e la Regione Piemonte, nell’ultimo dossier dell’Università Bocconi relativo alla Business Intelligence figura tra le case history prese in esame dai ricercatori dell’ateneo milanese anche quello della legnanese Erif Real Estate.
Nato tre anni fa, l’Osservatorio Business Intelligence della Bocconi prende in esame un tema specifico e sceglie, grazie alla Divisione ricerche “Claudio Demattè”, le aziende italiane che meglio lo hanno interpretato con esperienza e competenza. Nel 2010, gli sforzi dell’Osservatorio della Bocconi si sono concentrati sull’e-discovery: nuove forme di intelligence nel social web. In parole spicce, come alcune aziende italiane sono state capaci di utilizzare i dati forniti dalla propria attività web per studiare nuove strategie di marketing e comunicazione. Le case history (raccolte in un volume di 115 pagine consultabile nell’archivio dell’università di via Sarfatti), sono state presentate lo scorso 14 dicembre durante un convegno al quale hanno partecipato i componenti della Divisione ricerche della Bocconi e le aziende analizzate dai ricercatori. Tra i nomi di Alcatel, Pirelli, Binda, Fiera Milano, Comune di Torino, Regione Piemonte, è stato presentato anche il lavoro della legnanese Erif Real Estate, società di costruzioni molto attiva nel Nordovest Milanese e in Piemonte. «Naturalmente è un onore che una delle migliori università italiane abbia pensato a noi per redigere il proprio rapporto annuale sulla Business Intelligence –commenta Luigi Barbato, presidente di Erif Real Estate-; ma è anche un vanto di cui andiamo molto orgogliosi. Perché anche l’università Bocconi ci sta riconoscendo i meriti dei successi ottenuti negli ultimi due anni del nostro lavoro. Non per nulla, grandi investitori hanno trovato in noi un partner affidabile e professionale per la commercializzazione dell’area ex-Cantoni di Legnano. Penso ancora al primo, rudimentale, sito internet che abbiamo creato. A ripensarci oggi sembra passata un’eternità e invece parliamo di una manciata di anni. Siamo stati tra i primi a organizzare attività on-line dedicate a singoli settori del mercato. Poi ci siamo aperti anche ai canali di condivisione fino alla creazione di un blog. Oggi, contiamo circa 80 siti web attivi dai quali ricaviamo un’enorme mole di informazioni che ci aiutano non solo a mantenere il nostro business, ma a generarne di nuovi che nemmeno ci potevamo immaginare di poter lanciare».
Il potere del web nell’era 2.0 e, soprattutto, in un’epoca in cui l’economia globale non tende a riprendere fiato sono stati gli elementi che hanno spinto i ricercatori della Bocconi a studiare alcuni casi di aziende che hanno investito nella rete e che ne hanno ricavato risultati soddisfacenti perché, come ha scritto il responsabile scientifico dell’Osservatorio, Paolo Pasini, «dal 2000, anche il mondo del web è diventato una rilevante fonte di dati da analizzare per comprendere sia le modalità di navigazione dei siti, sia il comportamento di acquisto nell’e-commerce». E Legnano, grazie all’attività di un’azienda del territorio, ha dato il suo importante contributo.
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