La riduzione e l’eliminazione della povertà rappresentano non solo il principale obiettivo della politica di sviluppo dell’Unione europea in base al trattato di Lisbona, ma sono anche un obbligo morale e una necessità in vista degli interessi a lungo termine dell’Unione europea. Il Millennium Summit che si è tenuto nel settembre 2010 all’Assemblea Generale dell’Onu ha chiarito quanto sia impossibile raggiungere i Millennium Development Goals con le prassi tradizionali: solo l’impiego massiccio e generalizzato delle nuove tecnologie può vincere la povertà che affligge amplissimi strati della popolazione mondiale e dare un benessere generalizzato.
In undici anni la Conferenza Infopoverty ha tracciato il quadro evolutivo della rivoluzione digitale che ha profondamente cambiato le nostre vite e ha indicato le soluzioni e best practice più efficaci, messe in atto nell’omonimo programma Infopoverty, con un impegno e partenariati rivolti alle più diseredate comunità.
La creazione di ict Village, in Africa, Asia e America Latina, ove si sono sperimentati servizi di telemedicina e fitopatologia, formazione ai mestieri e job creation con il commercio a distanza, ha permesso a intere comunità di affrancarsi dall’isolamento e creare le risorse necessarie a favorire uno sviluppo durevole e sostenibile.
Modelli questi certificati nel wsis Village di Borj Touil, Tunisia (2005) e nel Millennium Village di Sambaina, Madagascar (2006), che ora sono pronti per la più ampia applicazione e diffusione, come nuovi paradigmi dell’azione volta al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio per costruire le nuove nazioni e ridisegnare con più efficienza quelle esistenti, su basi democratiche. Questa è la grande sfida del millennio per dare solide basi agli stessi obiettivi.
In pochi anni la rivoluzione digitale ha reso obsolete gran parte delle prassi consolidate, con salti evolutivi provocati e caratterizzati anche da crisi economiche e sconvolgimenti finanziari, dai quali si esce allargando la base del benessere sociale nel mondo.
Questa edizione propone di focalizzarsi sugli e-services, il cui beneficio prodotto in termini di sistema sanitario, educativo, economico, e sociale è straordinario:intere popolazione, ormai connesse, possono accedere a efficaci soluzioni a basso costo riducendo in tal modo il divario che le aveva storicamente escluse. Trasferire non solo conoscenza ma anche competenza, immediatamente utilizzabile per risolvere i drammatici problemi di sanità e sicurezza alimentare è ora possibile: ospedali, centri di ricerca, università possono delocalizzarsi virtualmente ed assistere direttamente le popolazioni con i loro medici, tecnici, insegnanti, esperti. Questo nuovo mercato di 6 miliardi di utenti, apre nuove prospettive economiche e sociali.
Come integrare nel processo i giovani e le donne come portatori di innovazioni diffuse e orientate ai bisogni reali delle varie comunità?
Quali e-services porre in priorità, e come svilupparli su larga scala, considerando la complessità intrinseca dei sistemi, che vedono connettività, hardware e software, network di service provider, formazione e distribuzione capillare, in grado di innervarsi con successo sulle politiche di nation building e di sviluppo in modo strutturale, onde garantire un effettivo nuovo sistema di welfare di base sostenibile?
Come possono le Istituzioni europee e le Nazioni Unite, nelle loro articolazioni operative, essere i catalizzatori di questo processo, avvalendosi della mobilitazione per gli Obiettivi del Millennio e delle proposte avanzate dall’UE, affinché facciano da fulcro di azioni efficaci e innovative nei vari paesi, in grado di creare modelli atti a raggiungere gli obiettivi, seppure a macchia di leopardo?
Queste le domande alle quali la Conferenza cercherà di dare risposta per indicare una strada che, grazie agli e-service, favorisca il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.