Bologna – Continua la pioggia di tagli sulla scuola pubblica, questa volta sono i maestri degli istituti scolastici a far sentire la loro voce contro le misure intraprese da Palazzo Chigi. Almeno 100 insegnanti, dei quali la metà delle elementari, verranno congedati. L’altra faccia della medaglia è rappresentata da un maxi finanziamento da 13milioni di euro, destinato alle scuole private dell’Emilia Romagna.
“Questo genere di tagli – osserva Paolo Leporati, viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti -, fanno male alla società, prima che alla scuola in sé poiché chi siede tra i banchi è la futura classe dirigente della nostra Nazione. Questi aggiustamenti vengono adottati perché si sta toccando il fondo del barile: è sulla bocca di tutti che i soldi pubblici sono spesi male, se non malissimo. Ci dovrebbe essere un’istituzione che tuteli i diritti di questi insegnati, invece di negare loro addirittura la possibilità di lavorare”.
Nel corso della Riforma Gelmini , la scuola pubblica parmense è stata smembrata già di circa 300 unità, ora gli insegnanti si oppongono ad ulteriori riduzioni di personale.
“Come si fa a voler rilanciare l’economia se non si fa altro che tagliare posti di lavoro? – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – Non bisogna essere solamente indignati, ma pronti e capaci di ‘capovolgere il calzino’. La politica è fatta dalla gente, prima che dai politicanti – conclude Leporati -, come mai ci sono persone che investono molteplici incarichi, guadagnando due o più mensilità, alle quali nessuno dice nulla? Questi sono i tagli che lo Stato dovrebbe fare”.