“La famiglia è la prima istituzione che bisogna difendere e tutelare perché tutti ne abbiamo una, poveri e ricchi, famosi e sconosciuti, politici e gente comune e i bambini sono i primi soggetti che vanno difesi e tutelati …… soprattutto perché rappresentano in fondo l’unico scopo reale della nostra stessa esistenza”. Lo scrive Alfonso Frassanito, papà di Carmela, 13 anni violentata e morta suicida nel 2007. Dal dolore di questo papà nasce il libro “Io sò Carmela, 13 anni per sempre” e nasce l’omonima associazione per la tutela per l’infanzia. Qualche mese fa Alfonso mi parla della sua idea di creare una rete di sportelli dedicati alla famiglia e alla tutela dell’infanzia. Da quest’idea nasce il convegno “Emergenza Educativa – riprendiamoci i nostri figli” svoltosi a Napoli il 7 maggio scorso. In quella sede abbiamo deciso di far partire sperimentalmente il primo Sportello per la famiglia a Napoli, nel centro storico, zona dove l’emergenza educativa è la “normalità”. Alfonso mi racconta la storia di Carmela ed io gli propongo di stabilire la sede dello Sportello per la famiglia presso il Centro Studi Athenaeum 2000 a Napoli in piazza Portanova 11. Decidiamo insieme di progettare le funzioni e i servizi da offrire all’utenza interessata. Ieri, grazie alla disponibilità di Antonio Vitale, medico – ortopedico e presidente dell’associazione Napoli Centro Storico, dell’Associazione Donne & Imprenditrici di Napoli, dell’Associazione Nazionale Pedagogisti ed educatori (Apei), della Fondazione Giambattista Vico che ci ha ospitato presso la chiesa di San Gennaro dell’Olmo in via San Gregorio Armeno, abbiamo inaugurato il primo “Sportello per la famiglia”. In quella sede ho avuto l’onore di presentare il libro di Alfonso, appena pubblicato, un libro intenso, una cronaca dei fatti che hanno preceduto e accompagnato la piccola Carmela verso la fine. Molte persone sono venute ad ascoltare e a darci i saluti. Molte altre ci hanno dato la loro disponibilità a collaborare. Alfonso ha parlato dell’Interesse supremo del fanciullo”, frase pronunciata con grande leggerezza; ha sottolineato che quando una bambina subisce violenza sessuale, anche la famiglia viene violentata, costretta ad affrontare un inconcepibile dolore oltre che un iter burocratico assurdo che, nel caso di Alfonso, si è concluso con il suicidio della figlia di soli 13 anni. Ha proseguito il discorso Padre Luigi Stradella parlando dei valori che oggi le famiglie non riescono a fornire ai propri figli e citando il lavoro di Erich From “Avere o Essere”. Luigi Rispoli, presidente del consiglio provinciale di Napoli, ha confermato la difficoltà delle istituzioni pubbliche, del cosiddetto “Welfare state” di non riuscire a soddisfare le problematiche sociali delle famiglie. AnnaMaria Schiano, ispettrice del Miur ha parlato dell’importanza della scuola, quale agenzia educativa, che dovrebbe venire incontro alle esigenze degli studenti mentre continua ad irrigidirsi in inutili nozionismi “annoiando” la platea scolastica, priva di importanti punti di riferimento educativi. Sul tema è intervenuto Mario d’Avino, pedagogista che ha parlato dell’importanza dell’intervento pedagogico sulla famiglia e sulla scuola per creare una rete di modelli educativi efficaci per i giovani di oggi disorientati in una società che comunica solo incertezze. Sul tema della tutela della donna è intervenuto Francesco Lanza, presidente dell’Associazione anti-stalking V Comandamento, citando le statistiche relative alle violenze fisiche ma soprattutto psicologiche di cui sono vittime soprattutto le donne, invalidanti della loro libertà personale, e che talvolta si concludono con efferati omicidi. Infine, è intervenuto Francesco Chirico, presidente della II Municipalità di Napoli, evidenziando l’emergenza educativa presente nel centro storico caratterizzata da un’utenza che ha fortemente bisogno di punti di riferimento educativi. E’ emerso il desiderio di noi semplici cittadini di attivarci per dare ascolto alle esigenze educative delle famiglie dei bambini. Abbiamo concluso dicendo che i bambini vanno ascoltati soprattutto nella loro comunicazione non verbale: è nel loro sguardo, nei loro comportamenti, nei loro gesti che talvolta si nasconde un profondo disagio che riesce a diventare una chiara richiesta di aiuto. Lo sportello per la famiglia intende dare ascolto a queste problematiche grazie all’aiuto di volontari: pedagogisti, psicologi, medici, educatori che insieme formeranno una rete di sostegno concreto alla famiglia.
Rosalba Monaco