Tutto nasce da una lettera aperta che Andrea Pieroni, presidente della Provincia di Pisa, ha scritto al suo omologo livornese Giorgio Kutufà: «Unifichiamo le province di Pisa e di Livorno». L’idea anticipa gli effetti del decreto “salva-Italia”, che prevede la cancellazione degli enti intermedi (almeno nella loro forma attuale) entro il 31 dicembre, ma di fatto riavvolge il nastro del tempo a prima del 1925, quando Livorno divenne capoluogo su regia politica di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo e consuocero del Duce. L’operazione fu semplice: i comuni costieri della Maremma pisana e gran parte dell’arcipelago furono aggregati a Livorno, Pisa fu ricompensata togliendo a Firenze San Miniato, poi Santa Croce e Montopoli. Riorganizzazione oggi inconcepibile.