Corsica Elba, un legame inscindibile siglato dall’amore: oggi diventa un film

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Desideriu Stuart all’archivio storico di Portoferraio

Elba e Corsica, un binomio inscindibile, siglato da un matrimonio e sancito da un patto d’amore. Tanto più importante, quanto illustri sono i personaggi. Almeno uno, l’uomo, che vanta un pedigree addirittura reale. Al punto da essere oggi soggetto per un film. Alcune scene del quale sono state girate a Portoferraio sotto la regia di Isabelle Balducchi, nata in Corsica. Si tratta nientemeno che degli Stuart, i re d’Inghilterra, di Scozia e Irlanda. Un loro rampollo, Emanuele Stuart di Belfast, passò da Portoferraio e soggiornò qui dal giugno 1769 al marzo 1774. Conobbe Maria Anna Baroni di Livorno (già vedova del capitano Filippo Marzio Mibelli),che sposò il primo di febbraio 1773. Ed ecco il legame Elba – Corsica: il figlio, Giovanni, nato a Portoferraio il 25 maggio 1773, in una casa in via Stretta della Pescheria. «Che oggi corrisponde – dice Umberto Gentini, storico elbano che ha condotto delle ricerche sugli Stuart all’Elba – al primo tratto dell’attuale via del Mercato Vecchio. Tanto per intenderci, quello che passa davanti al Castagnacciaio». Nell’aprile 1774, Emanuele Stuart si trasferisce in Corsica, portando con sé moglie, Giovanni insieme a due dei tre figli che la Baroni aveva avuto da Marzio Mibelli. La terza figlia, Margherita Mibelli è rimasta a Portoferraio con lo zio Pietro Mibelli, fratello del Capitano Mibelli. «Pietro Mibelli – dice Umberto Gentini – era un facoltoso commerciante con ampi possedimenti nella zona di San Giovanni. Fu lui a costruire Villa Anna, il prestigioso edificio con “hortus conclusus” che si trova all’inizio della salita delle Grotte. Morì nel 1809, aveva74 anni e venne sepolto nella Cappella del Soccorso. La lapide murata all’interno della chiesetta fu fatta incidere dal figlio Francesco, un personaggio di rilievo nell’amministrazione comunale di Portoferraio e primo consigliere della Confraternita della Misericordia. Il nipote di Pietro nel 1859 costruirà il mulino a vapore di San Giovanni e la cappella sulla collina retrostante alla villa. Si chiamava Domenico e nel 1849 è stato eletto Gonfaloniere di Portoferraio. Fu indagato per cospirazione, ma prosciolto. Emanuele Stuart e la moglie Maria Anna sono morti nel 1780 in Corsica». Una storia intrigante, costellata da amori, passioni politiche, in un contesto europeo attraversato da grandi idee rivoluzionarie e da uno sfrenato desiderio di potere. Allora il vecchio continente era una bomba, pronta a deflagrare da un momento all’altro. C’è materia sufficiente per trasferire il tutto in un film storico. Ma non è solo questo il motivo che ha spinto Isabelle Balducchi a farne un lungometraggio dal libro di Desideriu Stuart. C’è la storia della sua famiglia (lei è cugina degli Stuart) e non solo. E poi una domanda che ancora oggi non ha risposta. Cosa ci fanno degli Stuart a Castifao? Perché sono presenti solo qui, nel cuore montano dell’Isola? «Erano biondi – diceva lo zio di Isabelle, Gian’ Battista nei suoi racconti alla nipote – Erano pastori. Erano poveri, ma discendenti di una famiglia reale», alludendo a Charles Edouard Sturt, in predicato di salire sul trono di Corsica che poi toccò, invece, a Pasquale De Paoli. (l.c.)

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