Ospedale di Portoferraio, intervento di Giuseppe Tanelli

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Servono tante cose.Sicuramente non servono “ muscoli” e “ speculazioni”.
Il Sindaco di Portoferraio  Roberto Peria ha presentato le dimissioni. A norma di legge saranno esecutive dal 26 novenbre, e lo saranno a meno che non intervengano sostanziali variazioni  nella attuale  situazione della Sanità elbana. I sindaci di Porto Azzurro, Rio Elba, Rio Marina,Campo, Marciana e Marciana Marina con la loro fascia e i gonfaloni dei Comuni, stanno manifestando il loro impegno di primi cittadini e la loro solidarietà al Sindaco di Portoferraio, occupando una stanza dell’ospedale elbano. Potrebbe essere la cronaca di una storia ordinaria in questo quadro nazionale di crisi e tagli, che impongono alle Regione Toscana interventi di razionalizzazione e riorganizzazione della Sanità. Tanti sono i fattori oggettivi che devono essere presi in considerazione e non dubito nella difficoltà di analizzarli per giungere ad una idonea sintesi. Credo però che alla base di tutto debba esserci un aspetto di fondo. All’Elba vivono 32.000 persone (150-300.000 nei mesi estivi), che nell’urgenza possono raggiungere l’Ospedale  a Portoferraio al massimo entro un’ora, grazie a una fitta ed efficiente rete di pubblica assistenza alla quale partecipano centinaia di volontari. Fuori dall’Isola l’ospedale più vicino è quello di Piombino, che può essere raggiunto, nel migliore e più ideale dei casi, dopo due o tre ore  di viaggio terra-mare. Un viaggio che non può essere effettuato durante la notte, in quelle sette ore durante le quale l’Isola è “isolata”, poiché non vi sono navi. Un viaggio che molto spesso in autunno ed inverno, non può essere intrapreso o si allunga di ore, per le avverse condizioni meteomare. C’è anche l’elicottero Pegaso e la piazzola sopra l’Ospedale. Un indubbio elemento di tranquillità per le grandi emergenze e comunque  condizionato dalle situazioni meteorologiche, e che ovviamente non è utilizzabile dai familiare che devono prestare assistenza ai congiunti durante una degenza. Sorgono spontanee alcune semplici domande: Quale altra Comunità di 32.000 persone resta così distante da un idoneo presidio ospedaliero? Perché a distanza di un anno  dalla assunzione di precisi impegni non è stato predisposto un idoneo piano che tenga conto di questa peculiare ed oggettiva realtà? Perché dobbiamo aspettare la fine dell’anno per avere una eventuale risposta? Perché i sindaci e i cittadini elbani sono costretti a gesti eclatanti per tentare di soddisfare un loro diritto primario? Mancano quindici giorni allo scadere dei termini. Quindici giorni per non collezionare un altro passo  che allontana i cittadini dalla politica e dal dialogo, in una Regione le cui caratteristiche di eccellenza sono unanimemente riconosciute ed il cui presidente è dotato di indubbie doti umane, conoscenze amministrative e capacità politica. Questo è un assurdo. Tutto il resto sono dettagli, per quanto difficili!

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