Giusto per strappare un sorriso, almeno per Natale. Potrebbe apparire una giustificazione ovvia, scontata, eppure è tremendamente vera. Vedere un sorriso disegnato su un viso sofferente forse per loro (gli organizzatori) è la ricompensa che ripaga degli sforzi compiuti per conseguirlo. Una ventina di “poveri” (ma il numero è da considerarsi assolutamente sottodimensionato) ha preso parte al pranzo di Natale organizzato presso il salone monsignor Lorenzo Vivaldo dalla parrocchia di San Giuseppe in Carpani, dai volontari e dall’Accademia della Cucina. “Se non altro un pasto caldo in occasione delle festività più belle dell’anno – ammette don Gianni, parroco – Anche se dobbiamo dire che alcuni forse per pudore hanno preferito non venire e sedersi ai tavoli insieme con gli altri. Per questi abbiamo deciso di recapitar loro il pasto nei vari alloggi”. Una goccia nel mare magnum della solidarietà che si consuma tra le mura amiche della chiesa di Carpani e ha lo scopo, almeno per un giorno, di far dimenticare i problemi quotidiani, di trasmettere l’idea che i poveri non sono soli nell’affrontare le avversità della vita. Per comunicar il concetto di fratellanza, dell’abbraccio caldo di considerarsi ‘famiglia’con il resto della comunità cristiana. “Il numero è cresciuto esponenzialmente – continua ancora il parroco – E quello che colpisce è la circostanza che molti, per trovandosi in difficoltà economiche, non lo rendono pubblico e preferiscono, forse per vergogna o per decenza, non manifestarlo apertamente. Con questi, noi agiamo con molto discrezionalità, operando in silenzio”. Perché la carità verso il prossimo è silenziosa. Non fa rumore, quando viene esercitata e praticata. Così si apprende che dietro si muove tutto un sistema di aiuti, ben organizzato e capillare che coinvolge diversi soggetti. Ma anche efficace, visti i risultati ottenuti. Ogni giorno, da lunedì a sabato in parrocchia, c’è la distribuzione del fresco, di materiale deperibile (latte, carne, pesce, pane e così via). “Dobbiamo ringraziare la Coop – continua don Gianni – che mette a disposizione quanto ci abbisogna. Un nostro incaricato va al magazzino e preleva giornalmente”. Poi, tutti i martedì un pranzo, sempre nel salone parrocchiale, grazie alle collette che sono state effettuate presso tutti i grandi magazzini e i supermercati della Città. Ci sono i volontari della parrocchia che pensano a preparare insieme con i soci dell’Accademia della Cucina; e per chi non si presenta il pasto viene confezionato e portato nelle roulotte o nei prefabbricati ancora caldo per essere consumato. Tutto questo perché? “Sarebbe semplice rispondere perché è Natale – conclude don Gianni – Ma per noi Natale è ogni giorno, quando leggiamo nel volto dei poveri la gratitudine, per aver dato da mangiare a chi era affamato”.