Calabria: Denuncia di Legambiente per gravi abusi edilizi in aree ad alto rischio alluvione

0
665

Ogni anno, in seguito alla stagione delle piogge, vaste aree del territorio calabrese sono soggette a frane, smottamenti e alluvioni che destano preoccupazione e che devono indurre a riflessioni approfondite e serie.
Il rischio idrogeologico connesso alla particolare orografia del territorio regionale è fortemente alimentato dagli scriteriati interventi dell’uomo quali la cementificazione selvaggia, l’abusivismo edilizio, la cattiva gestione delle aste fluviali, l’abbandono incontrollato di rifiuti.
Sembra che la storia passata e recente dei disastri che ha subito la regione non sia servita da lezione, mentre risulta sempre più urgente programmare una diversa gestione del territorio, ad iniziare dal rispetto rigoroso delle leggi in materia di tutela dell’ambiente e di controllo del territorio. In quest’ottica, le associazioni WWF Calabria, Legambiente Calabria e Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie Calabria, hanno presentato nei giorni scorsi un esposto denuncia alle Autorità competenti per porre attenzione investigativa e per attivare possibili meccanismi di prevenzione su una particolare situazione riguardante il territorio di Corigliano Calabro. In questo contesto, ogni anno, puntualmente, a seguito di eventi piovosi anche non eccezionali, una vasta area del territorio di Corigliano Calabro è soggetta ad alluvioni causate da torrenti che aumentano sensibilmente la loro portata ed esondano – soprattutto nelle zone di foce – allagando diversi edifici e mettendo a serio rischio la vita di migliaia di persone. Queste condizioni si sono riproposte anche lo scorso novembre quando queste zone – come hanno riportato ampiamente le testate giornalistiche locali e nazionali – sono state sommerse da metri d’acqua e dove solo la casualità ha fatto sì che non ci siano state vittime. In particolare, si tratta di zone che vengono definite dal PAI Calabria (Norme di attuazione e misure di salvaguardia –NAMS- della Autorità di Bacino della Regione Calabria) in gran parte come zone a “rischio R4” (rischio molto alto) e, in minor misura, come zone a “rischio R3” (rischio alto). Zone nelle quali, come recita l’art. 21 delle Norme di Attuazione e Misuredi Salvaguardia (NAMS),“edificare è vietato dalla legge”, oltre a sottolineare che le zone “R4”, sono settori a rischio da alluvione dove “esistono condizioni che determinano la perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; gravi danni agli edifici e alle infrastrutture, gravi danni alle attività socio-economiche”. Le associazioni segnalano altresì la discrasia tra l’entrata in vigore del PAI Calabria, nel 2001, e gli interventi edificatori- si tratta di ben 207 edifici- nelle zone R3 ed R4avvenuti negli anni successivi e molti ancora in via di ultimazione, come dimostrano immaginisatellitari. Tali condizioni, quindi, costituiscono grave pericolo per la pubblica incolumità e violano tutti i disposti normativi vigenti per la riduzione e prevenzione del rischio idrogeologico. Le associazioni chiedono quindi di verificare e accertare quanto esposto, di rintracciarne le responsabilità civili e penali, e di procedere, data la grave emergenza di questi giorni, alle eventuali misure cautelari per l’incolumità pubblica.
WWF Calabria, Legambiente Calabria e Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie Calabria intendono quindi mettere in luce, anche nel dibattito pubblico regionale, l’importanza di affrontare le tematiche dell’ambiente e del territorio con particolare riferimento ai reati ambientali. E’ necessario, si ribadisce, mettere al centro del dibattito pubblico l’incolumità e la sicurezza dell’ambiente come risorsa pubblica da salvaguardare e tutelare, attivando meccanismi di denuncia e proposta su tutto ciò che sono le tematiche relative agli atti amministrativi precedenti le edificazioni, alla prevenzione necessaria di situazioni che possono portare all’emergenza, e più in generale dei reati ambientali. Argomenti in cui nei prossimi mesi le associazioni si impegneranno in maniera ancora più continua e concreta.
WWF Calabria
Legambiente Calabria

Articolo precedenteNon si fa attendere l’ira di Emma Bonino: «I marò terroristi? Inaccettabile »
Prossimo articoloAndrew Sean Greer (Usa), Kim Leine (Norvegia) e Alessandro Mari sono i finalisti Premio Bottari Lattes Grinzane

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here