Portoferraio (Livorno) – Per la prima volta un rapporto ufficiale raccoglie i dati sul valore economico dei Parchi. I fatti, le cifre e le storie della Green Economy raccolti dal Ministero dell’Ambiente e Unioncamere sono stati presentati il 16 settembre in un convegno a Roma presso il Ministero dell’Ambiente.
Dal rapporto emergono dati interessanti per il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (PNAT): nel 2011 tra i casi di esperienze positive nel connubio economia territorio, con il maggior valore aggiunto privato pro capite il PNAT è al secondo posto in Italia: primo il parco dello Stelvio-Stilferjock, con 22.491 euro, secondo quello dell’Arcipelago Toscano con 20.991 euro, che precede addirittura il “turistico” Parco Nazionale delle 5 Terre (20.918 euro).
Il PNAT al secondo posto anche tra i parchi Nazionali a maggiore presenza straniera, al terzo posto tra i parchi a maggiore incidenza di imprese straniere, al terzo posto per i parchi con il maggior numero di notti trascorse nelle strutture turistiche. Nelle specializzazioni agricole tra tutti Parchi nazionali il PNAT è segnalato per la rilevanza nella coltura viticola.
Giampiero Sammuri e Franca Zanichelli, erano presenti a Roma al confronto tra Ministero dell’Ambiente, Parchi, Federparchi, Università e associazioni ambientaliste. Il Convegno ha raccolto una grande partecipazione dei Parchi, sensibili al tema del valore dell’economia reale nel sistema delle aree protette e sulle opportunità di crescita del Paese grazie al capitale naturale e alla Green Economy. La presenza del On. Ministro Galletti e dei vertici del Ministero dell’Ambiente hanno senz’altro rafforzato il rilievo dell’evento.
“I dati del rapporto confermano che la Green Economy è la strada giusta per creare opportunitàdi lavoro dentro il Parco” – ha affermato il Presidente Sammuri- “È già in cantiere la redazione del bilancio di sostenibilità dell’Arcipelago Toscano: strumento di conoscenza, dialogo e relazione, per consentire ai cittadini e a tutti gli interlocutori del Parco di formulare una valutazione consapevole su come l’Ente interpreta e realizza la sua missione. A breve inizieremo a lavorare anche sulla Carta europea del turismo sostenibile, (CETS) uno strumento metodologico ed una certificazione che permettono una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile. Fondamentale sarà la collaborazione tra tutte le parti interessate per sviluppare una strategia comune ed un piano d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale. L’obiettivo è la tutela del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento della gestione del turismo nell’area protetta a favore dell’ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori”. “I parchi intesi solo come vincoli e burocrazia ormai appartengono al passato – prosegue Sammuri- I dati ci dicono che un parco è fonte di vantaggi economici reali ed opportunità, spesso sconosciute all’interno dello stesso territorio protetto che ne beneficia. La cosa poi fondamentale è che questo risultato non è il frutto di un’analisi che hanno fatto i parchi o il Ministero dell’Ambiente, ma quello che dice l’Associazione che rappresenta oltre 6 milioni di imprese italiane: Unioncamere”