«Case popolari, manca il numero legale e la delibera sull’alienazione non passa. Forse il segnale che anche nella maggioranza comincia a serpeggiare il dubbio che la legge approvata un anno fa era sbagliata? Certo è che è stata un’occasione persa, ma se qualcuno si ravvedrà margini per rimetter mano quel provvedimento ci sono».
Così il gruppo consiliare di Forza Italia commentando gli esiti della votazione della delibera sull’alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, andata a vuoto stamani per mancanza del numero legale, a distanza di un anno dall’approvazione della legge fortemente voluta dall’ex assessore Allocca.
«Una legge che oggi – ma noi lo dicemmo già 12 mesi fa – dimostra tutti i suoi limiti, che peraltro Forza Italia individuò sin da subito. Basta scorrere i numeri delle domande di alienazione degli alloggi pervenute dai Comuni e quelle che realmente potranno essere vendute per comprenderlo: 4447 domande di alienazione (e mancano all’appello l’Empolese-Valdelsa e Livorno, che non hanno risposto alla sollecitazione degli uffici regionali), 792 il tetto massimo delle unità immobiliari vendibili. Solo il 18%», continuano i consiglieri azzurri. «Numeri che ci dicono che i comuni vorrebbero tentare di dismettere il vetusto patrimonio ERP per reinvestire i denari in nuovi alloggi, ma non possono per i vincoli imposti dalla legge regionale. Se fosse stata accolta la nostra proposta Forza Italia oggi non saremmo di fronte a questo limite, e la domanda delle migliaia di famiglie che coltivavano il sogno di una casa di proprietà non si sarebbero infrante contro il muro dell’ideologia», incalzano gli esponenti di Forza Italia a Palazzo Panciatichi, «ma i margini per ripensare la normativa ci sono, a partire dalla nostra proposta di legge, attenta alle esigenze economiche e sociali della Regione, dei Comuni e soprattutto dei cittadini. Se, come è vero, anche la vicepresidente della Giunta regionale Saccardi non è convinta della legge Allocca – concludono – facciamo ripartire il confronto ed in questo ultimo stralcio di legislatura chiudiamo in un cassetto un provvedimento che ha prodotto solo danni, per aprire un nuovo percorso volto all’emancipazione sociale di migliaia di cittadini ed al contempo per rinnovare strutturalmente l’attuale e vetusto patrimonio ERP».