Parto sicuro nei piccoli ospedali, a Portoferraio primo progetto in Italia

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Tredici manichini di neonati per simulare una rianimazione durante un parto difficile. L’ospedale di Portoferraio ospita un programma di formazione intensivo per il personale dei punti nascita e della rete di rianimazione neonatale che prevede, tra l’altro, anche un intervento simulato in situazione di emergenza, quando si rende necessario mettere in atto le tecniche di rianimazione che possono salvare la vita di un bambino nato in condizioni critiche.
Il programma di formazione è stato ideato dal Centro Gestione Rischio Clinico (GRC) della Regione Toscana e supportato dal gruppo di lavoro composto dai direttori dei dipartimenti materno-infantili, dalle direzioni sanitarie e dal 118. Il gruppo tecnico è stato istituito per definire gli interventi sull’organizzazione del percorso neonatale, lo sviluppo del sistema informativo e la formazione del personale, con l’obiettivo di garantire gli stessi livelli di assistenza e sicurezza su tutto il territorio regionale e prevenire tutti i rischi connessi con la rianimazione ed il trasporto in emergenza neonatale, soprat tutto da piccoli ospedali come quello dell’Elba.
Una formazione intensiva destinata in prima istanza al personale del punto nascita dell’ospedale di Portoferraio (ogni anno circa 200 parti e 4-5 emergenze), anche in considerazione della possibile gravità delle conseguenze per la mancata o inadeguata rianimazione neonatale, unite alla difficoltà ad identificare i neonati a rischio prima del parto, visto l’elevato afflusso turistico sull’isola.
Il progetto formativo si basa su una simulazione in situ, prima esperienza di questo genere in Italia per la formazione e la valutazione dell’intero percorso di emergenza neonatale. Tredici manichini di neonati, con le relative attrezzature per la rianimazione connesse con il sistema di simulazione via wifi, sono stati trasportati nelle sale del punto nascita di Portoferraio, dove gli istruttori certificati del Centro di simulazione “Nina” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa hanno messo in atto con i colleghi di Portoferraio le tecniche di rianimazione neonatale.
Ogni sessione di questo “laboratorio di apprendimento” coinvolge l’intero personale del punto nascita di Portoferraio ed ha una durata di 2 giorni. La prima parte del progetto si è tenuta il 6 e 7 luglio ed è stata finalizzata allo sviluppo delle competenze del personale del punto nascita dell’ospedale elbano per rianimare e stabilizzare il neonato prima di trasferirlo alla terapia intensiva neonatale di Pisa.
Il progetto ha avuto il sostegno del personale medico dell’Elba e di Pisa, nonché del management delle aziende sanitarie che hanno avviato l’iniziativa a tempo di record valorizzando al meglio le risorse esistenti nella rete regionale e di area vasta per la gestione del rischio clinico.
L’iniziativa – ha riferito il direttore dell’ospedale di Portoferraio, Bruno Maria Graziano – sarà parte integrante del progetto nazionale per la qualità e sicurezza nei piccoli ospedali, a cui Portoferraio ha aderito.
Il Centro GRC della Toscana ha promosso negli anni le buone pratiche per la prevenzione di eventi avversi in ambito ostetrico-ginecologico, oltre che una serie di iniziative di studio e formazione per la sicurezza nel percorso materno-infantile insieme alle società scientifiche ed alle Università toscane.

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