Saccardi: “Fuorviante parlare di bilanci in rosso delle aziende ospedaliere”

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“In questi ultimi giorni leggo sui giornali attacchi alle Regioni e alla loro gestione della sanità. Me ne dispiaccio, e soprattutto li trovo ingiusti”. L’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi interviene a proposito dell’elenco degli ospedali con i bilanci in rosso stilato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) su mandato del ministro Lorenzin, elenco nel quale figurano tutte e quattro le aziende ospedaliero-universitarie toscane. E anche sulla dichiarazione del ministro Lorenzin, che ha definito “un errore fatale” aver delegato, con il titolo V, la sanità alle Regioni.
“In un momento di difficoltà come questo, in cui le persone hanno bisogno di certezze – è il commento di Stefania Saccardi – mi sembra sbagliato demonizzare il servizio sanitario pubblico e contribuire a creare sfiducia nei cittadini. Nel nostro Paese c’è una buona sanità, anche confrontata con quella di altri Paesi europei. Voglio ricordare tra l’altro che l’Italia è il Paese con il più basso rapporto tra Pil e spesa sanitaria, ma è anche tra quelli con i migliori dati di salute e i livelli di aspettativa di vita più elevati”.
“Entrando nello specifico dei bilanci – osserva l’assessore – inserire le aziende ospedaliere della Toscana in articoli dal titolo “Il buco nero degli ospedali”, come abbiamo letto nei giorni scorsi, non solo è fuorviante, ma non corrisponde alla realtà delle cose, dal momento che i bilanci della sanità toscana sono in regola, certificati da tempo. C’è un equivoco di fondo su ciò che viene interpretato come disavanzo. Almeno in Toscana, quelli che vengono citati come disavanzi, in realtá sono soltanto il frutto della metodologia di governo del fondo sanitario regionale adottata in corso d’anno”.
“Si dovrebbe sapere – spiega Stefania Saccardi – che il sistema di erogazione delle risorse alle aziende avviene in due momenti distinti, il secondo dei quali alla fine dell’anno, quando, in presenza di situazioni di passivo, questo viene ripianato con risorse che la Regione si è trattenuta. In prima istanza, infatti, solo una parte del fondo viene distribuita alle aziende; per questo motivo il disavanzo che i bilanci delle aziende toscane mostrano prima della definitiva chiusura non è altro che l’espressione della residua porzione di fondo ancora da ricevere. Il governo del fondo ed il monitoraggio dei bilanci delle aziende sanitarie da parte della Regione avviene peraltro proprio in ragione del mantenimento del disavanzo mostrato nei conti economici aziendali entro i limiti pattuiti attraverso accordi regionali e tali da garantire che la somma della quote residue di fondo da distribuire alle aziende sia coerente con la capienza complessiva del fondo sanitario a disposizione”.
Un esempio significativo di questo meccanismo è il caso dell’Aou Careggi, dove il disavanzo della prechiusura 2014, pari a 19 milioni di euro, corrisponde alla porzione di fondo sanitario da ricevere a chiusura dell’esercizio. Tale importo è il risultato delle azioni gestionali intraprese dall’azienda per rispettare gli obiettivi previsti dal Piano di Rientro sottoscritto con la Regione durante l’anno e soprattutto equivale esclusivamente alla valorizzazione delle prestazioni erogate dall’azienda e non riconosciute economicamente attraverso il femomeno compensativo della mobilità per effetto del meccanismo dei tetti.
“La lettura del fenomeno del disavanzo per la Toscana è in sintesi fuorviante su entrambe le dimensioni; quella regionale e quella aziendale – ribadisce Saccardi – La valutazione dell’equilibrio economico del Sistema Sanitario Regionale deve essere fatta tenendo conto dei risultati di chiusura, non di prechiusura delle aziende, alla luce della distribuzione di tutte le risorse del Fondo Sanitario. In questo senso la Regione Toscana mostra un risultato 2014 in equilibrio”.
“Negli articoli – osserva ancora l’assessore – non si ricorda invece l’alto livello di qualità dei servizi della sanità toscana, certificato dal fatto che la nostra regione è prima nella classifica dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Ministero della salute e che, aldilà di questo primato, destina oltre 100 milioni di euro a servizi extra Lea, per offrire prestazioni ancor più di qualità e rispondere a bisogni a cui le altre Regioni non rispondono. Quando si forniscono cifre e dati – conclude – è necessaria una maggiore responsabilità, specialmente in un momento in cui le risorse diminuiscono e i bisogni in relazione ai costi, anche per farmaci innovativi, aumentano”.

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