Tra i mille pensieri che vengono lasciati nel libro degli ospiti che visitano il Centro Museo di San Martino mi ha colpito quello di un bambino che ha scritto: “ mi sembra Natale”.
Debbo dire che, dopo più di cinquant’anni di “lavori forzati per l’arte”, adesso il parco dell’Open Air di San Martino è bello e misterioso, con la sua atmosfera da fiaba, infatti tanti lo chiamano “il giardino delle fate”.
Questa volta ho incontrato l’interessante gente dell’”Università del tempo libero”. Sono persone che amano la loro isola, sinceramente, senza “interesse alcuno”, amano l’Isola del tempo che fu, del lavoro nelle vigne e nelle miniere, gli antichi costumi e la spontaneità di allora, di quando si teneva sempre la chiave nella toppa al di fuori della porta.
Amano i bei ricordi che suscitano le vecchie cartoline e che, a migliaia, hanno raccolto e memorizzato in un sito, grazie Silvio Pucci, a disposizione di tutti http://www.portoferraiocomera.it/
Viva loro! Viva la gente vera e bella che cura in particolare la bellezza e la vitalità del nostro Scoglio. Il pomeriggio è terminato con un assaggio di cibi di tanti sapori e tanti colori sotto la pineta che facevano spalancare gli occhi e la bocca.
Poi è stata la volta di giovani autistici di Milano che sono venuti al laboratorio di ceramica Raku alla scuola valente e paziente di Alessandra. Hanno creato oggetti che …qualche volta li hanno fatti sorridere . In fine un gruppo di bambini e signore, sempre alla scuola di Raku capeggiato dalle artiste Belinda Biancotti e Daniela Traverso, le quali, personalmente, mi hanno espresso tutto il loro desiderio della ricerca del nuovo nell’arte; mi hanno fatto piacere perché, all’età di 17 anni, dopo che il prof. Preziosi presentò una mia personale di arte moderna, detti le dimissioni da un gruppo di pittori che dipingevano tutti alla sessa maniera. Oggi che ho 80 anni la ricerca continua ancora con più impeto e vigore.
Io già sapevo che l’arte è una miniera infinita, dove sempre l’umanità ha scoperto nuove espressioni e sensazioni e l’arte, per essere tale, dovrà esprimere “ l’essenza sensazionale dell’artista”. E così fu anche nei periodi di committenza, Raffaello è diverso da Michelangelo e Caravaggio rivoluzionò tutte le accademie, soprattutto quelle dei Carracci. L’arte non è mai stata imitazione della realtà.
Mi sono accorto allora che a Portoferraio c’è qualcuno che si è stancato di mangiare la stessa minestra e cerca di sviluppare la propria personalità.
Mi viene anche in mente il mio insegnante di disegno prof. Cocchia della scuola media che mi diceva: “Italo, non inventare la radio”.
Auguri a queste giovani artiste. Italo.