Mps: relazione finale del vicepresidente della commissione d’inchiesta Leonardo Marras

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Firenze – “Il nostro giudizio non è affatto tenero, è severo. Il complotto catto-giudaico-massonico perfetto potrà anche esserci stato, ma non è compito del Consiglio regionale accertarlo”. Lo ha sottolineato il vicepresidente della commissione d’inchiesta Leonardo Marras (Pd), sottolineando il senso della relazione presentata. “Era importante che la sinistra e il Pd si assumessero autonomamente le proprie responsabilità in questa vicenda, senza diluirle con altri – ha affermato – L’intreccio tra politica e banca ha causato effetti devastanti, un vero e proprio disastro, che ha dilapidato un patrimonio enorme, costruito nei secoli. Ma non abbiamo scoperto niente di nuovo”. Il valore del lavoro fatto dalla commissione d’inchiesta, a suo parere, deve essere cercato nella raccolta diligente del materiale disponibile, che per la prima volta ha permesso al Consiglio regionale di poter fare valutazioni sulla vicenda”. “Non c’è stato alcun intreccio, né alcuna influenza della Regione, che avrebbe potuto vigilare di più – ha sottolineato – E questo costituisce una responsabilità precisa”.
Il vicepresidente ha rilevato che nelle conclusioni vengono individuate le responsabilità personali, non solo l’incompetenza quindi, ai vari livelli: nella banca, nella fondazione, negli organi di controllo, nelle strutture politiche, sia locali che nazionali. “Non c’è dubbio che il punto di snodo siano stati la riforma bancaria unita all’elezione diretta dei sindaci – ha osservato – È stato questo che ha determinato un forte controllo della politica, comune a tutte le forze, anche recenti. Chi si è accorto tardissimo dell’errore sono state le istituzioni locali, con gli atti tardivi di indirizzo del comune e della provincia nel 2011, che hanno determinato una discontinuità ed individuato una strategia d’intervento”. A giudizio del vicepresidente, la lotta di potere a Siena si è consumata soprattutto per il controllo dell’istituto di credito”. Marras ha osservato che molte forze politiche vogliono il ritorno a quel passato all’origine del disastro. “L’unico modo per vedere se la banca riesce a salvarsi è affidare le sue sorti al mercato – ha affermato – Se crediamo nel mercato, dobbiamo crederci fino in fondo, specie di fronte alla prima azienda privata della Regione, con ventisettemila dipendenti, che è stata a fianco dello sviluppo industriale toscano, al quarto posto in Italia”. E proprio una riflessione sul credito alle imprese, con una riforma di Fidi toscana, sarà il compito da affrontare nell’immediato futuro. “Dobbiamo pensare di più a Siena – ha concluso Marras – Finora non ne ha avuto bisogno, oggi non è più così. Su questo dovremo lavorare, insieme, perché abbiamo dimostrato di saperlo fare, anche da posizioni diverse” (dp)

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