È evidente che Cosenza, Rende, Montalto Uffugo e Castrolibero sono realtà urbane tra loro affini per caratteristiche territoriali e per la condivisione di usi, costumi e tradizioni. Oggi occorre prendere atto che di fatto esiste già una cultura di “appartenenza urbana condivisa dalle popolazioni” che a prescindere dalle volontà più o meno politiche, più o meno partitiche, più o meno di campanile, rendono ormai non più rinviabile il processo di unificazione di questi quattro comuni.
Quest’idea-progetto, che concretizza la visione di un’area sufficientemente vasta da ospitare un bacino di popolazione adeguato a quelle che sono le esigenze imposte dalle direttive europee e dai regolamenti nazionali per poter avere accesso a particolari finanziamenti che non sono fruibili da città con meno di 150.000 abitanti, ha bisogno di essere sostenuta con una proposta che stavolta possa essere condivisa il più possibile e avere la giusta attenzione dalle istituzioni locali e dalle forze politiche, indipendentemente dai ruoli, siano essi di governo o di opposizione, al fine di concentrarsi unicamente sul bene e sull’interesse prevalente delle comunità amministrate.
È evidente che bisognerà impegnarsi a fondo in una fase di confronto e di dibattito delle questioni che inevitabilmente la costituzione della Città unica andrà a suscitare.