Crollata a Magazzini una porzione del muro ottocentesco, tra la spiaggia e le vigne, a protezione della tenuta storica La Chiusa, esempio di architettura settecentesca elbana, retaggio e memoria della civiltà contadina e signorile della zona. Le piogge e le mareggiate di questi giorni, con l’infrangersi delle onde sul recentissimo primo e parziale crollo che aveva aperto uno squarcio a forma di arco, hanno causato l’inesorabile ulteriore cedimento. A nulla serviti gli appelli di Italia Nostra che, insieme alle associazioni riunite nel Cammino della Rada, cioè Legambiente, il Gruppo Aithale e l’associazione degli albergatori e imprenditori della zona denominata Baia Blu, nei mesi scorsi, avevano segnalato il possibile crollo e chiesto interventi urgenti.
Il percorso lungo la spiaggia tra Schiopparello e i Magazzini è un elemento fondamentale e integrante del progetto del “CAMMINO DELLA RADA”. Le associazioni avevano da tempo chiesto un rapido intervento per evitare che questo tratto di muro originale andasse definitivamente stravolto. Considerato che i puntelli sono stati tardivamente messi, sollecitiamo ora i nuovi proprietari della tenuta La Chiusa, prima che arrivi una ennesima e inevitabile nuova mareggiata, affinché i blocchi lapidei originari crollati sulla spiaggia e lì abbandonati da qualche giorno vengano recuperati e custoditi con cura in attesa che, al più presto, si predisponga la ricomposizione del manufatto storico.
La “Prevenzione”, concetto di cui tanto si dibatte, ma che alla prova dei fatti rimane solo un termine privo di concretezza, pone l’interrogativo: si poteva evitare il crollo di questa porzione di muro? Certamente, purché ci si fosse almeno adoperati per la sua messa in sicurezza. Chiediamo ai nuovi proprietari della Tenuta La Chiusa: a quando risale l’ultimo intervento di manutenzione/messa in sicurezza? Quanti soldi sono stati spesi? E chiediamo al Comune di Portoferraio: a che punto è il progetto contro l’erosione costiera, il cui finanziamento è demandato alla Regione Toscana? Il muro è sopravvissuto per secoli alle avversità atmosferiche e alle mareggiate che, purtroppo, negli ultimi anni ne hanno eroso pericolosamente ma palesemente le fondamenta. Unitamente all’incuria e all’abbandono l’erosione ha avuto questi effetti devastanti.
Ora auspichiamo un tempestivo intervento delle Istituzioni a controllo dei lavori che verranno condotti. Non possiamo consentire che, un pezzo alla volta, il nostro ricco e variegato Patrimonio culturale venga svilito.