Come sappiamo la situazione culturale lascia a desiderare, l’Isola va avanti come una barca con alcune falle.
Nascono sì associazioni per uno sviluppo di “un’altra” Isola ma per lo più finiscono per esaurirsi contro il muro di gomma delle indecisioni. Io mi permetto di dirlo perché il mio motto è “L’uomo vale per quello che fa e non per quello che dice”.
Mi domando fino ad oggi quali progetti importanti nel campo delle Arti figurative di un certo spessore culturale siano decollati.
Eppure in linea di massima il turista di oggi vuole un “pacchetto” culturalmente valido e diversificato con itinerari chiari e prestabiliti.
Ho fatto cultura da oltre 50 anni con tanto coraggio, nessun aiuto e sono andato contro corrente: insomma, per abbellire l’Elba ho avuto infinite delusioni e umiliazioni, anche se i risultati ci sono stati, soprattutto a Marina di Campo, col Museo Diocesano di Arte Sacra nella chiesa di San Gaetano e nell’ Open Air Museum di San Martino dove ho svolto, sempre senza alcun contributo dalla società elbana, circa 350 serate culturali dall’arte alla scienza in oltre 50 anni.
Nel 1966, dopo la prima esposizione e d’Arte Moderna, proposi un Museo d’Arte Moderna, con le sole donazioni fattemi da artisti di tutto il mondo.
Solo il prof. Preziosi capì l’importanza della proposta e la esaltò con tre colonne sulla prima pagina del Corriere Elbano cominciando con questa frase che riporto “La prima Mostra internazionale di Arte Contemporanea che si conclude in questi giorni al Circolo Ricreativo di Carpani, non è passata inosservata ai numerosi turisti che sono ancora all’Elba pur distratti dallo splendore di queste giornate settembrine; d’altra parte anche i cosiddetti ambienti culturali cittadini non possono ignorarla per la novità che l’iniziativa rappresenta e per gli impensabili sviluppi che ad essa si prospettano” ( da Il Corriere Elbano, 15 settembre 1966).
Si deve comunque considerare, essendo stato insegnante di Storia dell’Arte, che i programmi della maturità liceale finivano all ‘800.
Siamo rimasti un secolo indietro (l’astrattismo nasceva nel 1910 con Kandinskij) e quindi i ragazzi non hanno conosciuto il tempo in cui vivevano.
Beh torniamo al Museo.
Nella presentazione di un mio libro Mariella Zoppi ( docente di architettura del paesaggio all’Università di Firenze e già Assessore alla Cultura della Regione Toscana) diceva: “Il primo Museo di cui si ha ricordo è certamente il Parnaso dove, sotto la guida di Apollo, vivevano le Muse, divinità che proteggevano le arti. Nella Grecia l’Arte era considerata sublime e sacra ed aveva la partecipazione, anche economica, di tutti i cittadini…” (da Isola d’Elba un Museo diffuso d’Arte Contemporanea – ed. Mondadori 2013).
Nel nostro tempo, fino ad un certo tempo il Museo è stato poco visitato (era il Museo delle “mummie”…) oggi invece avvertiamo la necessità di un Museo vivo e vicino alla gente: così alcune città come in particolare Brescia e Torino hanno investito nell’Arte con risultati positivi per incremento delle visite e quindi ricaduta economica.
Per mia conoscenza internazionale il Museo per essere “vivo” deve avere, oltre ai servizi collaterali ( bar, Bookshop, talvolta ristorante) molta pubblicità, organizzare conferenze, dibattiti e mostre, ricevere spesso le scuole e allestire biblioteche e laboratori didattici, come si fa in tutto il mondo da anni.
Per quanto riguarda Portoferraio, il mio tentativo del 1966 era troppo prematuro, oggi si direbbe “avanti”.
Solo adesso il Comune ha ritenuto necessario, soprattutto per i giovani, creare un Museo d’Arte Moderna (come sempre nei secoli l’Arte è stata “moderna” nel proprio tempo) e consentire di conoscere il cambiamento e l’evoluzione dell’espressione artistica dell’uomo che identifica la sua storia.
Fin dallo scorso anno l’Assessore alla Cultura Roberto Marini ha messo a disposizione tre sale nelle Fortezze Medicee al Forte Falcone, vera Acropoli della Città e con le mie donazioni e collezioni di vari artisti è nata una prima sezione di ceramica del Museo Internazionale d’Arte “Italo Bolano”, grazie anche al sodalizio con i mecenati Franco Carena e Alessandro Capato proprietari dell’Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), che hanno donato e curato l’allestimento.
I lavori della seconda e terza stanza sono in fase di ultimazione, sempre con la collaborazione degli stessi mecenati.
Nell’ultima stanza io vorrei creare un monumentale e naturalmente moderno Cosimo Primo, ideatore e costruttore di Portoferraio che ne celebrerà il cinquecentenario della nascita il prossimo anno.
Mancano ancora i locali che ospiteranno la pittura e la grafica, con opere da me donate e con la mia collezione degli artisti internazionali del 1965 oltre alle donazioni già promesse da molti artisti contemporanei, locali che il mondo culturale dell’Elba si augura vengano presto reperiti, anche in considerazione degli spazi da valorizzare nella città.
Raggiunto questo programma di primaria importanza l’Elba rinnoverà la sua immagine anche con l’Arte Moderna.
Per aspera ad astra!
Italo Bolano