Rende Cosenza) – La consigliera Barbara Blasi (nella foto) nello svolgere il suo mandato e sulla base della sua esperienza di imprenditrice coglie la sfida di proporre anche per il Comune di Rende di adottare il Regolamento dei Beni Comuni quale espressione di una concreta azione democratica nel coinvolgere i cittadini nella cura dei beni Comuni. Questa convinzione, continua l’arch. Blasi, conferma uno degli auspici intorno a cui il regolamento è stato pensato e costruito: condividere con la comunità le responsabilità di cura dei beni comuni che deve diventare elemento strutturale e ordinario del modo di amministrare il contesto urbano. Il raggiungimento di questo obiettivo dipende dalla risultante di due fattori: un investimento forte da parte dell’amministrazione in termini di scelte organizzative adeguate e una comunità matura, capace di recepire ed interpretare il senso più autentico della collaborazione.
La decisione in merito è scaturita, anche, dalle sollecitazioni che alcuni cittadini hanno formalmente inoltrato al Comune di Rende per adoperarsi nella cura di spazi urbani come giardini e parchi.
Il REGOLAMENTO SULLA COLLABORAZIONE TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE PER LA CURA E LA RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI URBANI, è un regolamento proposto ed elaborato da Lab-sus un’Associazione nata per proporre il modello dell’amministrazione condivisa che da mera ipotesi teorica è divenuta disposizione costituzionale grazie all’introduzione nel nuovo Titolo V della Costituzione e del principio di sussidiarietà. Secondo questa formulazione: “Stato, regioni, province, città metropolitane e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, comma 4). Si tratta di una formulazione che non legittima in alcun modo un ritrarsi dei poteri pubblici di fronte ad iniziative di interesse generale, da parte dei privati, anzi prevede che tali iniziative diano vita ad un’alleanza fra amministrazioni e cittadini. L’amministrazione condivisa, appunto. Ad oggi sono circa 120 i Comuni che hanno aderito e condiviso, ed eventualmente modificato, il Regolamento adeguandolo alle proprie esigenze e realtà. Attraverso il regolamento, disciplinati all’art. 5, si possono prevedere dei “patti di collaborazione” che sono “lo strumento con cui, Comune e cittadini attivi, concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni”. In sostanza, i patti di collaborazione sono lo snodo tecnico giuridico su cui si fonda quella alleanza fra cittadini e amministrazione dando vita all’amministrazione condivisa. La consigliera Blasi propone, per una conoscenza puntuale e approfondita del metodo, un percorso che mira per prima cosa alla apertura di Laboratori di Sussidiarietà come spazi di incontro e di condivisione, in cui i cittadini possono attivarsi, ed essere sostenuti dal comune, con azioni aggiuntive, integrative od ulteriori rispetto ai compiti che l’ente è tenuto a svolgere. Altro elemento meritevole del Regolamento, continua la Blasi, riguarda la condivisione, con la comunità, delle responsabilità di cura dei beni comuni che deve diventare elemento strutturale e ordinario del modo di amministrare il contesto urbano. Le politiche urbane, nel ultimi decenni, hanno assunto un significato rilevante per l’Unione Europea, Agenda Urbana, dove sono molte le dimensioni considerate, ambientale, economica, sociale e culturale, della vita urbana che intrecciandosi mirano a innalzare la qualità della vita dei cittadini come paradigma per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, il tema è quello dei processi partecipativi nella rigenerazione delle città, creando comunità, l’Urbanistica partecipata appunto.