A spasso sul monte Capanne con 30 mufloni

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MARCIANA. Di primo acchito, osservando questo incredibile scatto fotografico di Alessio Gambini, si ha la sensazione di trovarsi davanti a un documentario di “National Geographic”. Invece no. Siamo sui contrafforti del monte Capanne, sul versante occidentale dell’Elba, appena spuntato ieri mattina il sole. E l’istantanea sui social in un attimo è diventata virale. «Mi sono trovato all’improvviso – ricostruisce Alessio Gambini risponendo al Tirreno dalle pendici del monte Capanne – di fronte a un branco di una trentina di mufloni. Quasi a tu per tu ed è stato magnifico. Ero a poca distanza dal gruppo e gli animali per nulla impauriti dalla mia presenza hanno continuato a brucare l’erba. La sensazione che ho provato? Un senso di pienezza. Di perfetta simbiosi con la natura e con gli animali che vivono la montagna. Certo – continua Alessio, il “camminatore montanaro” mezzo elbano di Pomonte e mezzo galiego, con la Corsica nel cuore – sono perfettamente conscio che questi animali dovrebbero essere controllati. Soprattutto la loro proliferazione, perché siamo su un’isola e il territorio a loro disposizione non è infinito. Tutt’altro. Sono consapevole dei danni e dei guasti che producono alle colture e ai giardini che razziano per procurarsi da mangiare. Per questo ritengo che sia utile monitorare regolarmente la popolazione di questi ovini selvatici. Ma quando all’improvviso di trovi davanti a loro, allora dimentichi tutto, i loro raid mattinieri fino alle case dei paesi collinari o alle ville nelle valli marcianesi o pomontinchi. Con questi animali superbi davanti capisci il senso della montagna e il suo valore». Già, la montagna. Esiste un ‘fil rouge’ che unisce Alessio a monte Capanne. Non può stare a lungo senza inerpicarsi lungo i sentieri che portano alla vetta e quando si trova lassù scattare scatta foto a mezzo fiato che puntualmente pubblica sul suo profilo. Non c’è periodo dell’anno che non lo si trovi lassù, fra le nuvole a camminare fra i sentieri granitici. E le sue emozioni le consegna ai video con l’intento che altri, dopo di lui, lo seguano in questo straordinario rapporto con la montagna. Quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente perché ci raccontasse com’era arrivato a immortalare questo eccezionale incontro mattutino, si trovava alle Calanche (900 mt), un sito che testimonia insediamenti protostorici. Infatti è caratterizzato da una piazzaforte e una bassa cinta muraria che si adatta alle condizioni orografiche del luogo. Poco distante la grotta alle Pecore, un riparo rupestre frequentato dal paleolitico sino al II millennio a.C., insieme alle formazioni rocciose della Cote Ritta o Sasso Alto, del Sasso Basso e del Gobbetto. Come se non bastasse nella zona è presente anche una necropoli rupestre riferibile all’Età del Bronzo. Qui sono stati rinvenuti frammenti di vasellame, orci frammentari, vasetti miniaturistici e rocchetti in argilla. «L’Elba è questa – dice sempre Alessio – voglio far conoscere questo perfetto insieme fra archeologia, storia e natura. Ma ho un sogno – conclude – riuscire a portare in montagna anche i diversamente abili per far vivere loro questa esperienza».

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