“Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Vittorio Gregotti, un grande architetto al quale l’Università della Calabria deve molto”. Lo dichiara il rettore dell’Unical, Nicola Leone, commentando la scomparsa del maestro dell’architettura del Novecento, morto all’età di 92 anni a Milano. Il suo progetto vinse nel 1974, tra i 67 che parteciparono, il bando per il concorso internazionale per la sede dell’Università degli Studi della Calabria. Fu il primo bando per la realizzazione di una università residenziale a struttura dipartimentale in Italia. Alla fine di un lungo iter burocratico, l’allora rettore Beniamino Andreatta affidò a Gregotti i lavori.
“La sua idea di antropogeografia – commenta il rettore Nicola Leone – è alla base del suo progetto, con un asse centrale di oltre tre chilometri a fare da collante tra le “colline” dei cubi, calato perfettamente nel paesaggio di Aracavacata. Il ponte ha caratterizzato da sempre l’identità visiva dell’Unical, tanto da divenire il logo della nostra università”.
“L’idea progettuale di Gregotti – afferma ancora il rettore Leone – è strettamente connessa a quella di campus che è l’essenza stessa del nostro ateneo, un luogo di interscambio, in cui si incontrano discipline e culture diverse, in cui gli studenti non solo studiano, ma vivono un’esperienza universitaria totale, di formazione e socialità”.
“La scomparsa di Gregotti capita, purtroppo, – conclude Leone – in un periodo in cui quella socialità, che è l’humus del nostro campus, ci è preclusa per motivi di emergenza sanitaria. Ma proprio quell’assenza ci fa ricordare la sua importanza, nella speranza che quel ponte disegnato da Gregotti, sul quale hanno transitato migliaia di giovani che all’Unical hanno costruito il loro futuro, possa tornare presto ad essere animato, con maggiore consapevolezza dell’importanza della condivisione e una rinnovata voglia di camminare e crescere insieme”.