Coronavirus, stop al pedaggio in tutte le autostrade in Sicilia. I sindacati di Messina preoccupati per i lavoratori: “garantire gli stipendi”

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L’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone e il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Autostrade Siciliane hanno disposto il libero transito a tutti i veicoli sulle autostrade A18 e A20 per 15 giorni ulteriormente prorogabili.

Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Ugl e Lata, unitamente a tutti i lavoratori del Consorzio, non possono che “condividere lo spirito solidaristico che anima l’iniziativa in questa grave fase emergenziale e in tal direzione sono già attivate procedure di sostegno economico e sottoscrizioni avviate da queste parti sociali a favore della protezione civile, ma al tempo stesso chiedono con forza garanzie per i 300 dipendenti dell’Ente”.

In una nota inviata al Presidente della Regione On. Musumeci , all’assessore al ramo Marco Falcone, al Ministero delle Infrastrutture e ai vertici del CAS, le Organizzazioni Sindacali hanno espresso forte disagio e grande preoccupazione per la sostenibilità dell’Ente che, a seguito del calo esponenziale del traffico e dei provvedimenti intrapresi si teme mostrerà a breveinevitabili ricadute negative sui lavoratori e sulle attività manutentive in atto al CAS.

Ad oggi – secondo i sindacati – il flusso veicolare delle autostrade A18 e A20 risulta di circa 15 mila automezzi, ridotto di circa l’85% rispetto alla media pre-covid 19 (120/130 veicoli in media), e delle conseguenti restrizioni governative.

Per i sindacati il provvedimento relativo alla sospensione di ogni pedaggio per 15 giorni su tutta la rete autostradale CAS, “sebbene ci accomuna nello spirito solidaristico che lo ha di certo ispirato, rappresenta un mancato incasso di circa 1 milione di euro, che verrà meno alle asfittiche casse dell’Ente, il quale ha già accumulato notevoli ritardi nei pagamenti alla ditte appaltatrici/affidatarie di lavori e servizi”.

“Chiediamo formali garanzie per la normale erogazione degli stipendi ai circa 300 dipendenti CAS – continuano i sindacati – per i quali queste OOSS, ad oggi, non hanno ricevuto alcun piano organizzativo dai vertici del Consorzio richiesto in più occasioni, secondo quanto disposto dal protocollo nazionale del 14 marzo 2020 in merito alla gestione delle risorse durante l’emergenza Covid 19 e si avanzano forti perplessità sull’opportunità di lasciare in questo periodo letteralmente “abbandonati” i caselli – decisione che di certo non può essere considerata un’iniziativa finalizzata alla tutela della sicurezza dei lavoratori per la quale erano necessari altri dispositivi di protezione.

Occorre – concludono i sindacati – che la politica e i vertici dell’Ente, rompano il silenzio sul futuro dei 300 lavoratori del Consorzio che come tutti vivono un difficile momento di comprensibile tensione dovuta all’emergenza sanitaria e che hanno bisogno di certezze. Pertanto si dica con chiarezza quali strumenti si vogliono mettere in campo per consentire ai tanti lavoratori l’astensione forzata dal servizio e la tutela dei diritti e del reddito nel rispetto delle disposizioni dei Decreti Legge emanati dal Governo Nazionale”.

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