La gestione forestale delle imprese della filiera bosco-legno può ripartire e, quindi, iniziare di nuovo a lavorare. Di questo ne trae giovamento la montagna e serve, con l’arrivo delle alte temperature, anche a combattere gli incendi. Questo quanto afferma la Coldiretti Calabria che accoglie con favore l’inserimento, nel nuovo Dpcm, della selvicoltura e la manutenzione delle aree forestali tra le attività essenziali che possono continuare ad essere svolte durante l’emergenza coronavirus. “Ora il lavoro in montagna può ripartire – commenta Giovanni Ferraro, titolare di una impresa boschiva – chiediamo alla Regione di sbloccare subito, per almeno un mese e comunque fino al 30 luglio p.v. l’esbosco del materiale legnoso e liberare anche opportune risorse economiche sui Programmi di Sviluppo Rurale. E’ una decisione – evidenzia – determinante per l’ambiente e la sicurezza della popolazione in una regione come la Calabria dove la superficie coperta da boschi è di 612mila ettari, con un indice di boscosità del 40,6% tra i più alti in Italia. Un patrimonio – sottolinea – che va salvaguardato in un 2020 segnato fino ad ora da caldo e siccità che hanno creato condizioni ambientali particolarmente favorevoli allo scoppio degli incendi. La corretta manutenzione delle foreste – rimarca Ferraro – aiuta, infatti, a tenere pulito il bosco e ad evitare il rapido propagarsi delle fiamme”. Se gli incendi – continua la Coldiretti – sono il pericolo più temuto, con l’avanzare della stagione e l’arrivo del caldo, lo sblocco delle attività consente anche la rimozione del legname ancora a terra con il rischio concreto che venga attaccato dai parassiti. “L’inserimento delle attività di selvicoltura tra quelle non sospese è importante, quindi – sottolinea Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – per consentire alle imprese del settore di tornare al lavoro e concludere le operazioni programmate. I boschi, gestiti in modo sostenibile, – conclude – assolvono funzioni importanti per tutta la collettività, come per la prevenzione dalle frane e dalle alluvioni, ma serve una corretta gestione per preservare i territori dall’abbandono affinchè possano svolgere un insostituibile presidio rispetto all’assetto idrogeologico e mantenere un patrimonio naturale con importante valenza turistica e ambientale.