Cariati, ripartire con identità e fede

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C’è una forza inesauribile che non ci abbandona mai e che rappresenta la luce sempre viva dei popoli, dei territori e del Paese. È il patrimonio identitario locale, sintesi di sedimentazioni secolari e millenarie, di esperienze e di culture diverse, di contaminazioni e addizioni, di riti e tradizioni, di folclore e religiosità popolare. Un’eredità spirituale e culturale che, col passare del tempo, tramanda e attualizza valori ed ispirazioni, idee e determinazione, certezze e speranze. Uno scrigno di bellezza antica che emoziona e che sprona andare avanti con sicurezza, fiducia e fede nel futuro, soprattutto nei momenti di emergenza pandemica e di crisi socio-economica come quello che stiamo vivendo.
È intriso di questa consapevolezza lo speciale flash mob identitario #santucatavurume in programma per domenica 10 maggio, festa di San Cataldo ed al quale è invitata a partecipare tutta la comunità cariatese, residente ed emigrata in tutto il mondo.
Alle 9.30 di domenica, mezz’ora prima della Santa Messa celebrata da Don Gino Esposito nella Cattedrale di S.Michele Arcangelo (dove è conservata una pregevole statua lignea settecentesca del Santo), come da antichissima tradizione, sentita e rispettata fino ai giorni nostri, da ogni balcone e finestra saranno esposte le coperte più belle, pregiate, colorate ed eleganti in omaggio e devozione a Cataldo, Santo Protettore della Città. Festeggiato già dal 9, ogni 10 maggio, quasi a simboleggiare l’arrivo della bella stagione, dalla cittadella fortificata medioevale la statua viene portata in processione fino al Santuario a lui dedicato, nella omonima contrada, dove si svolge una festa popolare con riti antichissimi come quelli della messa all’incanto-voto del maio, struttura artigianale considerata sacra, trofeo della devozione del popolo, i cui elementi, connessi al culto di Demetra, persistono ancora oggi e per la quale i comuni del territorio hanno formalizzato la richiesta di candidatura a bene patrimonio Unesco. – Oltre a ricevere un particolare culto in Irlanda, sua patria, in Taranto di cui è patrono e della relativa arcidiocesi, oltre che dall’arcidiocesi di Rossano-Cariati e a Supino (FR), cittadina del Lazio meridionale dove è compatrono e avvocato protettore e gli è dedicato un Santuario nell’arcipretura di San Pietro Apostolo (unico in Italia al di là di parrocchie, chiese, eremi o grotte), San Cataldo è venerato come titolare eponimo di Chiese e di luoghi o ancora patrono in tantissime località italiane.
L’iniziativa, che vuole condividere il senso della ripartenza della comunità e dell’Italia con la forza dell’identità e della fede è promossa da SuDonne, progetto nato da un’idea di Filomena Greco insieme a tante altre donne calabresi e del Sud e dalla duplice voglia di dare voce alle donne del sud e di creare tra loro una rete per un nuovo protagonismo meridionale.

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