Si è fatto il primo passo fattivo per rendere pubblico il servizio idrico: rivendicheremo con forza la natura pubblica di questo bene comune favorendo, al contempo, una gestione sostenibile”: a dirlo il presidente dell’Autorità Idrica della Calabria Marcello Manna a margine dell’assemblea di oggi pomeriggio nella sala verde della cittadella regionale alla quale hanno preso parte l’assessore alle politiche ambientali Sergio De Caprio, il commissario Domenico Pallaria e i rappresentanti dei comuni d’ambito.
Durante l’incontro, infatti, si è scelto quale forma societaria adottare, tra quelle previste per legge, del gestore unico per il servizio idrico integrato dell’intero ambito territoriale regionale: “si è di fatto innescato il meccanismo attraverso cui, nelle prossime settimane, si arriverà alla scelta forma di gestione anche se il percorso è tracciato verso una società di gestione completamente pubblica”, ha dichiarato l’avvocato.
“L’organizzazione della gestione del Servizio Idrico Integrato, in Calabria, ha assunto ormai caratteri emergenziali; una necessità che, ineludibilmente, deve essere oggi affrontata con la massima urgenza. La gestione in house appare quale l’unica strada percorribile in Calabria in considerazione dello scarso grado di conoscenza delle infrastrutture e relative criticità da gestire, non colmabili in tempi brevi, nonché maggiormente rispettosa della volontà dei cittadini calabresi, emersa nella consultazione referendaria del 2011, cd. sull’acqua pubblica. La società totalmente pubblica costituisce, peraltro, una forma di gestione sempre modificabile o revocabile con la volontà della maggioranza degli enti locali facenti parte dell’ambito, che su di essa eserciteranno il controllo analogo” ha proseguito Manna.
“L’organizzazione del servizio idrico negli anni ha prodotto ad oggi effetti negativi sui bilanci dei singoli comuni: le tariffe dagli stessi applicate all’utenza sono bloccate dal 2011, con conseguente impossibilità di recuperare i costi sostenuti per la gestione del servizio. In alcuni casi, addirittura, gli importi fatturati ai cittadini sono risultati inferiori a quelli dovuti a SoRiCal S.p.A., per la fornitura del servizio di erogazione all’ingrosso.
Inoltre, già da tempo l’effettiva utilizzazione delle risorse, necessarie per fronteggiare le gravi lacune che ancora si registrano in termini di dotazioni infrastrutturali, è strettamente connessa agli avanzamenti istituzionali nei processi attuativi della legge di riforma. Al riguardo si rileva la mancata messa a disposizione, per la Calabria, delle risorse destinate ai soli gestori dal Piano Acquedotti, di cui alla legge di bilancio nazionale 2018.
Le risorse finanziarie rese disponibili sui Programmi Operativi di matrice comunitaria (2007/2013 e 2014/2020) e dal Patto per la Calabria – utilizzate per sopperire alle procedure d’infrazione sul ciclo passivo dell’acqua e per avviare/anticipare le attività che sono proprie del soggetto gestore non sono risultate sufficienti a soddisfare i consistenti fabbisogni”, ha proseguito il presidente.
“Tre i piani d’ambito sui quali interverremo, dunque: quello delle infrastrutture, quello organizzativo della gestione e sul livello economico finanziario che incide sulle tariffe del servizio. Solo così riusciremo ad avere finalmente un sistema efficiente di gestione e di tutela delle acque finalizzato a un governo equo delle relazioni fra acqua, agricoltura, alimentazione, salute ed energia. Occorre dare contenuti concreti e responsabili introducendo norme idonee ad assicurare una governance in grado di garantire qualità e disponibilità, di stabilire la ripartizione dei costi e di prevedere la partecipazione dei cittadini, ripartendo proprio dal reale bisogno di quest’ultimi, dalla preservazione degli ambienti naturali, dall’equilibrio e resilienza degli ecosistemi acquatici, anche in relazione al cambiamento climatico”, ha concluso Manna.