Museo-albergo Atelier sul mare

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Il maestro Antonio Presti ha inaugurato la nuova opera “Bosco incantato”, installazione a cura di Umberto Leone e Ute Pyka, presso il Museo Albergo Atelier sul Mare Castel di Tusa. Le sculture-design di tronchi di ulivo, mandorlo, castagno, frassino e abete, che gli artisti hanno sezionato longitudinalmente ricavandone sedie-sculture, diventano un sentiero dove perdersi e ritrovarsi. Ecco che le sedie-sculture (alte fino a 4 metri) diventano le pagine di un grande libro che il visitatore è invitato a leggere, lasciando che siano le venature, i buchi, le spaccature, i grovigli dei nodi a raccontare le loro storie, creando dei continui rimandi tra l’albero e il libro, veicolo di diffusione della Conoscenza.
Scultura firmata dell’artista Antonello Bonanno Conti, dal titolo “Il cavallo eretico”. L’opera sarà collocata davanti al museo-albergo Atelier sul Mare e si potrà ammirare lungo la passeggiata sul lungomare di Castel di Tusa. L’idea nasce nel 2019, in occasione del Rito della luce, durante una discussione tra l’artista Bonanno e Antonio Presti.
La scultura – realizzata in acciaio inox su una struttura in lamiera zincata, interamente rivettata, ed alta quattro metri – attraverso la sua lucentezza, trapassa la dimensione della materia per diventare pensiero metafisico: un cavallo eretico realizzato in un momento di emergenza in cui l’arte sembra non avere senso; un cavallo che invita tutti, soprattutto le nuove generazioni, a fare le proprie scelte, a diventare eretici. La bellezza del pensiero, quella dell’agire, dell’essere e del divenire si manifesta in quest’opera votata al bello, all’attenzione per gli altri e alla condivisione.
«Eretico – spiega Antonio Presti – è oggi chi ha il coraggio di avere più coraggio, chi crede che solo nel “Noi” il proprio “Io” possa trovare la vera realizzazione, chi sostiene la bellezza della diversità. Si tratta di un’eresia laica, che parla coi fatti prima che con le parole, quella che sta nell’etica prima che nei discorsi. L’eresia della coerenza, del coraggio, della responsabilità, dell’impegno e dell’esempio più alto da trasferire al mondo che ci circonda».
«Conosco Antonio Presti come artista e mecenate da sempre – sottolinea Antonello Bonanno Conti – l’anno scorso mi parlò dell’idea di realizzare un cavallo monumentale in acciaio, così mi sono messo all’opera progettando una scultura di dimensioni normali. “No” – mi disse Antonio Presti – “dev’essere almeno di quattro metri”. E così fu. Stare immersi in questo luogo, per un artista è un’esperienza unica: da qualunque parte ti giri sei in contatto con l’arte, da una parte le opere (il museo albergo, la Fiumara d’Arte) dall’altra la natura. L’idea di lasciare un mio lavoro in questo territorio mi riempie di gioia, anche perché sono nativo di Capizzi, un paese dei Nebrodi, e oggi qui, a Castel di Tusa, mi sento di ritornare alle origini, donando un’opera della mia creatività a queste comunità che grazie all’arte e alla politica della bellezza possono coniugare la parola futuro. Un futuro che ha nella conoscenza il suo valore di essere. Castel di Tusa e la Valle dell’Halaesa grazie all’impegno di una vita di Antonio Presti sono diventate mete internazionali, e oggi, grazie a queste opere, tutto il territorio può credere nel suo futuro. Un futuro di arte, natura e bellezza; un futuro di resilienza, un futuro eretico».

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