Contrastare il fenomeno della desertificazione e porre fine alla piaga della carenza idrica attraverso la realizzazione della diga di Patia che consenta l’utilizzo ad uso plurimo delle acque dello stesso torrente e del fiume Nicà. Sul progetto che coinvolgerà anche gli amministratori del territorio l’Amministrazione Comunale si è confrontata, lunedì 5, con i rappresentanti dei Consorzi di Bonifica dello Jonio Cosentino e dello Jonio Crotonese.A darne notizia è il Sindaco Filomena Greco informando che nei prossimi giorni il progetto dell’importante e strategica infrastruttura sarà condiviso con i colleghi sindaci in un incontro ad hoc che sarà ospitato al Cinema Teatro di Cariati. Con tutti si concorderà se procedere con le rispettive deliberazioni per dare sostegno al progetto dei due enti che si faranno promotori per l’ottenimento del finanziamento.
Insieme al Primo Cittadino, agli assessori, ai consiglieri comunali Paola Apa, Pasquale Nigro Imperiale, Francesco Cicciù e Luigi Forciniti che ha promosso l’iniziativa, all’incontro hanno preso parte il Sindaco di Terravecchia Mauro Santoro, per il Consorzio di Bonifica dello jonio crotonese il presidente Roberto Torchia, il direttore Vittorio Gangale e l’ingegnere Salvatore Bevilacqua mentre per il Consorzio di bonifica dello Jonio Cosentino, il presidente Marsio Blaiotta, il direttore De Filippo con i rispettivi tecnici.
Da Cirò a Cirò Marina, da Crucoli a Melissa, fino Umbriatico, nella provincia di Crotone; da Cariati a Terravecchia, da Scala Coeli a Mandatoriccio fino a Pietrapaola, in quella di Cosenza. Sono, questi, i territori coinvolti dal progetto per la cui realizzazione si stima un investimento complessivo di 300 milioni (170 milioni solo per la realizzazione della diga).
Avviato già tra il 1962 e il 1963 e poi ripreso nel 2007 dalla nuova amministrazione consortile crotonese per adeguarlo alle normative vigenti, il progetto concerne un invaso di circa 16 chilometri quadrati e prevede una presa con una traversa sul Nicà con una quota di sbarramento di 168 m e un accumulo di 40 milioni di metri cubi di acqua. È prevista una diga in materiali sciolti con una lunghezza di circa 550 metri.
L’opera andrebbe a servire un bacino di circa 6000 ettari irrigabili, di cui circa 5000 nel crotonese e 900 nel Cosentino mentre, dei 40 milioni di metri cubi invasati, 30 sarebbero destinati all’uso irriguo e 10 all’idropotabile, con l’intento di sostituire così, il sistema di alimentazione dei pozzi del torrente Lipuda in aggiunta a quello dei pozzi del fiume Trionto. Il progetto ha già ottenuto un parere da parte dell’Autorità di bacino finalizzato all’ottenimento della concessione per uso plurimo comprendente l’idroelettrico, l’idropotabile e l’irriguo. Sono da prevedere sondaggi e carotaggi, il cui costo stimato è di circa due milioni, per renderlo a tutti gli effetti un progetto definitivo.