Per la Federazione Riformista Rendese l’elezione del sindaco Marcello Manna a Presidente dell’Anci Calabria è una iattura, un guaio.
Siccome la città è al declino, questo incarico la farà precipitare nell’abisso, dicono.
Ora, se non ci fosse da ridere, verrebbe da piangere a vedere com’è ridotta una grande area politica rendese. Costretta ad inseguire i successi altrui e a disegnare, ma questa non è una novità, foschi cieli nuvolosi.
L’elezione a presidente Anci Calabria di Marcello Manna è plebiscitaria dal momento che è stato votato dai due terzi dei presenti. Molti erano assenti. Se fossero stati presenti egli avrebbe ottenuto i due terzi di 400. Storicamente, poi, i numeri dei consensi di chi l’ha preceduto sono stati esigui rispetto alla sua elezione. Perché la matematica, ancora oggi, non è una opinione.
Dunque, Rende è morta, decrepita, affossata, spenta. Cioè è una città da terzo mondo. Peccato che non la pensino così i cittadini, peccato per la FED ovviamente.
Noi riteniamo, invece, che anche questo riconoscimento accresce il prestigio della città, la pone in una posizione di tutta evidenza, alla ribalta nazionale come è giusto che sia. Rende ha un ruolo centrale e, da protagonista, incide sulle grandi tematiche politiche del Mezzogiorno.
Ovviamente restano i problemi, molti dei quali resistono e condizionano la vita cittadina di oggi per errori e forzature del tempo delle vacche grasse, ma questo non conta. Conta gettare fango su fango e sperare che i cittadini si mettano di traverso, cosa che è nelle aspirazioni della FED, ma non risulta essere lo stato dei rapporti fra amministrazione e cittadini.
Sui temi quali l’idrico, la sanità e i rifiuti sappiamo bene che è la Regione ad avere potere decisionale: le Ato, l’Aic possono solo indicare e suggerire quali percorsi intraprendere. Di certo l’Anci può fare da interlocutore, spingere a livello nazionale, pungolare l’amministrazione regionale ad agire.
In verità Manna non ha mai assunto la veste de “il Migliore”, una sorta di unto dal Signore che è stata una delle cause dell’isolamento e del distacco di quasi tutti gli ex amministratori e dirigenti del vecchio ceppo socialista rendese.
E spiace che la lezione non sia servita a nulla: parlo di quella che i cittadini rendesi hanno dato a quanti ed a chi ancora si ostinano a vivere di gelosie politiche, di superbia, di scarsa considerazione del lavoro del Sindaco e degli altri.
Ma di questo ormai abbiamo fatto tesoro. E spiace doverlo dire, a malincuore, ma è necessario.
Anche la polemica e l’opposizione devono avere una bussola, ma sembra invece che l’unico punto cardinale di questi è la “Mannite”, una sorta di cronica infiammazione dei centri fisiologici di una parte politica. Se Marcello Manna è presidente AIC, Ato CS e Anci Calabria lo è proprio in forza di un nuovo modo di intendere la politica non a servizio di pochi, ma a rappresentanza anche di non ha scelto alle urne di votarlo. Se i colleghi sindaci hanno scelto di porre la propria fiducia in Marcello Manna è perché hanno visto come sia stato sinora aggregante, come la scelta di oltrepassare i colori politici di ognuno e lavorare per il bene comune sia la vera scelta da compiere per risollevare le sorti della Calabria.
Questo dovrebbe essere il vero spirito riformista, questo il civismo da perseguire.
Invito pertanto il consigliere comunale Sandro Principe, che nella sua carriera ha ricoperto tanti ruoli istituzionali di prestigio, a darci consigli e a seguire fianco a fianco l’attività amministrativa della città, a viverne in prima persona i ritmi cui siamo avvezzi.
Per il resto, come sempre, giudicheranno i cittadini.
Domenico Ziccarelli
Segretario Laboratorio Civico Calabria