Se dovessimo stare dietro al semaforo del Nutri-score, ovvero il sistema di etichettatura che vorrebbero imporre in Europa e che dovrebbe stabilire quanto è più o meno sano un prodotto alimentare (con lettere dalla A alla E e colori dal verde scuro al rosso), molto probabilmente il panettone classico preparato dalla pasticceria artigianale Pignataro di Santa Maria del Cedro, si collocherebbe a metà strada tra la D e la E. Verosimilmente risulterebbe fuori legge, non superando una timida C, anche il succo 100% di clementine e mandarini, senza zuccheri aggiunti se non quelli della frutta, dell’azienda Biosmurra di Corigliano-Rossano. Niente di più paradossale, poi, se si pensa che prodotti come questi, verrebbero battuti, entrambi, insieme all’extravergine d’oliva, nientepopodimeno che dalla Coca Zero, che invece conquista una A in pagella.
È quanto dichiara l’avvocato Sabrina Mannarino cogliendo l’occasione anzi tutto per complimentarsi con il piccolo laboratorio di pasticceria della Riviera dei Cedri guidato da Salvatore Pignataro per aver conquistato la medaglia d’argento del campionato IL MIGLIOR PANETTONE DEL MONDO 2021, promosso dalla Federazione Internazionale di Pasticceria; e con le sorelle Cristiana e Marina Smurra la cui realtà d’impresa femminile Biosmurra, protagonista nelle Valli del Colagnati e del Coriglianeto a Corigliano-Rossano è spesso destinataria di attenzione mediatica nazionale come esempio di agricoltura etica e sostenibile, da ultimo sulle pagine di Venerdì di Repubblica.
Come tante altre virtuose esperienze di questa terra – aggiunge – attente alla selezione ed all’utilizzo di ingredienti autentici e di qualità ed impegnate ogni giorno a raccontare e promuovere nel mondo un’altra idea di agricoltura, di alimentazione e di economia, quella di Pignataro sul Tirreno e delle Smurra sullo Jonio, non fanno altro che scandire necessità e tempi ormai indilazionabili di una levata di scudi regionale, forte e determinata, contro il progetto del Nutriscore.
Ci faremo interpreti – prosegue – di dare voce e rappresentanza a tutta le grande rete di piccoli e grandi produttori calabresi che oggi hanno l’urgenza di avere dalla loro parte una Regione Calabria che li sostenga nella difesa dell’identità, del patrimonio di conoscenze e della sovranità alimentare; un’intera concezione dello sviluppo e della qualità della vita di cui il Sud è al tempo stesso scrigno e frontiera invalicabile.
Ribadiamo – continua l’avvocato – l’esigenza di una mobilitazione a tutela del Made in Italy e del Made in Calabria, in netta contrapposizione con un vero e proprio spettro che continua ad aggirarsi per l’Europa: ovvero il sistema di etichettatura a semaforo dei prodotti agro-alimentari, di fatto voluto ed imposto dalle multinazionali del cibo spazzatura, quello chimico, finto e dannoso per la salute fisica dei consumatori e quella economica dei territori, soprattutto di quelli così ricchi di identità e biodiversità come la nostra regione.
In attesa e con l’obiettivo di poter concordare presto un’iniziativa di ascolto e raccolta istanze coinvolgendo il Presidente Roberto Occhiuto e la prossima nuova Giunta Regionale, rinnoviamo l’invito – conclude la Mannarino – ad associazioni, istituzioni e cittadini ad aderire alla campagna NO-NUTRISCORE (https://www.no-nutriscore.eu/) per ribaltare la grande confusione che si sta creando ad arte per spingere i consumatori europei a boicottare le nostre produzioni e, quindi, quella che resta invece la principale leva di sviluppo turistico ed eco-sostenibile della nostra regione nei prossimi anni.