Coldiretti Calabria: l’ingresso dei lavoratori stranieri è un percorso ad “ostacoli”

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Coldiretti Calabria: l’ingresso dei lavoratori stranieri è un percorso ad “ostacoli” ed in Calabria mancano almeno 2mila lavoratori stagionali

L’ingresso in Italia di lavoratori stranieri è regolato da un percorso burocratico lungo e complesso, incompatibile – spiega Coldiretti – con le esigenze dell’economia. Il problema riguarda in particolare agricoltura , agroalimentare e turismo, che hanno bisogno di manodopera stagionale. La finestra per la presentazione delle domande si è chiusa il 17 marzo. Il criterio di valutazione si basa esclusivamente sulla data (anzi, l’ora) di presentazione, secondo l’ormai consueto meccanismo del “click day”. A quel punto scattano le verifiche da parte di questura, prefettura e Ispettorato del lavoro (sia sul lavoratore che sul datore di lavoro). Ma poi la filiera – aggiunge Coldiretti– si complica con altri atti amministrativi che nella prassi non avvengono mai secondo i tempi (60 gg) stabiliti dalla legge. Accade però che all`agricoltura italiana servono almeno centomila lavoratori stagionali e alla Calabria almeno 2mila per garantire le campagne di raccolta estive di frutta e verdura. L’arrivo del grande caldo accelera la maturazione nei campi e rende ancora più urgente far fronte alla carenza di manodopera. Occorre – ribadisce la Coldiretti – velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto. Le imprese agricole – continua la Coldiretti – hanno bisogno dei lavoratori richiesti ma, ad oggi, non sono stati ancora rilasciati i nulla osta da parte degli Sportelli Unici. La situazione – precisa la Coldiretti – è divenuta drammatica con il rischio concreto di perdere i prodotti ormai maturi. Non è possibile che per colpa della burocrazia – precisa la Coldiretti – le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina. La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura. Si tratta soprattutto – continua la Coldiretti – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli che li hanno anche professionalizzati e ciò testimonia il rispetto dei contratti di lavoro. Ma con Coldiretti ribadisce che con strumenti concordati con i sindacati, occorre consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi con un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro e una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività.

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