Londra – L’associazione abruzzese di Federlberghi aderente alla Confcommercio è scesa in campo sul tema rigaurdante la ricerca e lo sviluppo dell’estrazione petrolifera nella regione Abeuzzo.
Ecco il testo della nota in cui ci sono alcune domande rivolte ai politici regionali.
“E’ preoccupante il quadro economico e di sviluppo che viene presentato per l’Italia e quindi per l’Abruzzo dei prossimi anni, particolarmente in relazione alle attività turistiche. Se da un lato la nostra categoria non riesce ad intravedere un evidente impegno degli enti preposti a favore delle aree montane (soprattutto quelle dove gli sport invernali rappresentano una forte risorsa economica e di richiamo turistico), dall’altro si rischia di sottovalutare i gravi danni che si possono generare se non si attiva una programmazione tecnico-politica dei territori a lungo termine per il turismo costiero. Un turismo che da decenni rappresenta il volano dell’economia regionale, favorendo un indotto occupazionale che dà linfa anche a migliaia di giovani spesso alla ricerca di una prima occupazione.
La nota e preoccupante situazione legata alle ricerche petrolifere e alle ventilate trivellazioni in Abruzzo non possono che preoccupare tutti gli operatori Turistici (albergatori e balneatori) del settore, molti dei quali già notevolmente impegnati e preoccupati per l’incombente minaccia della direttiva Bolkenstein.
Federalberghi Abruzzo quindi ritiene opportuno rivolgere alcune domande specifiche agli enti preposti nonché all’intera classe politica rappresentante l’Abruzzo ad ogni livello, in relazione alle richieste di autorizzazioni presentate da note società straniere per operazioni di sondaggio dei fondali della costa abruzzese attraverso trivellazioni che danneggerebbero le nostre spiagge oggi frequentate da migliaia di turisti.
1) Chiediamo pertanto alla regione Abruzzo di conoscere qual è l’orientamento politico in merito alle paventate trivellazioni per la ricerca di petrolio, in mare e su terra ferma?
2) A che punto sta la proposta di legge che è finalizzata a introdurre un generalizzato divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nel mare Adriatico?
3) Quale impegno hanno assunto, ad oggi, i parlamentari abruzzesi per salvaguardare la propria terra e tutta l’economica regionale legata al turismo? Lo scorso anno quattro richieste di permessi di ricerca sono state presentate sul territorio delle provincie di Teramo, Pescara e Chieti, tutte contrastate da motivate osservazioni dei comitati dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, nel silenzio delle istituzioni!
4) Stiamo per giungere al momento in cui la regione è chiamata a difendere il proprio territorio, (in alcuni casi tutelato, come quello della Riserva del Borsacchio e del Parco Marino del Cerrano), non troppo distanti da dove si dovrebbero eseguire le ricerche? Quale sarà la politica perseguita?
5) L’Assessore Regionale al Turismo ed all’Ambiente, Mauro Di Dalmazio (che proprio nei giorni scorsi ha portato avanti una politica turistica legata all’immagine dell’ “Abruzzo regione verde d’Europa” sui media e sulle nuove tecnologie della comunicazione), quanto è preoccupato che il suo lavoro possa venire totalmente vanificato da sovrastrutture che destabilizzano i territori turistici e minacciano di pregiudicare definitivamente tutto il lavoro preparatorio fin qui svolto? “La bellezza naturale della costa abruzzese” – ha affermato il presidente regionale di Federalberghi Giammarco Giovannelli – “sta sia nella spettacolarità delle proprie coste, nello splendore dei territori verdi e montani che nella capacità di poter offrire ad ogni turista un prodotto su misura. Trattasi come è noto di una ricchezza naturale che viene invidiata da molti e che riconferma annualmente la propria valenza con l’assegnazione delle bandiere Blu conferite dalla FEE alle nostre località costiere. Chiediamo inoltre un nuovo modo di programmare le economie turistiche eccellenti del nostro territorio – ha concluso Giovannelli – considerando prioritariamente tutte le risorse naturali esistenti. Vogliamo risposte che siano garanzia a tutela non solo del lavoro e dell’occupazione, ma soprattutto della salute dell’intera popolazione abruzzese”. 6) Quale è il modello di sviluppo economico e sociale che avete in mente per l’Abruzzo? : quello della tutela e della valorizzazione del nostro straordinario patrimonio paesaggistico, ambientale e dei beni culturali o quello delle trivellazioni, delle piattaforme e quant’altro? “La risposta a questo ripetuto quesito per noi è ormai prioritaria ed ineludibile” afferma Giovannelli. Da questa semplice domanda si può e si deve partire per comprendere il futuro prossimo verso il quale anche noi operatori dei “turismi abruzzesi” dobbiamo orientare le nostre scelte e le nostre strategie d’impresa. In mancanza di una risposta chiara e convincente alla “questione centrale” anche il nostro “Sistema” non saprà come orientare le proprie scelte e questo comporterà, inevitabilmente, un irreparabile e definitivo danno all’intera economia regionale”
Quale sarà la risposta della regione?